[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-11-2025]

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha annunciato durante l'intervento alla trasmissione "Next Economy" su Giornale Radio l'inserimento di una misura specifica nel nuovo decreto Semplificazioni, atteso in Parlamento entro fine anno. La norma prevede l'abolizione dell'obbligo di rinnovo della carta d'identità per i cittadini che hanno superato i 70 anni di età, fornendo al documento validità illimitata. Questa disposizione si rivolge a una platea significativa: secondo i dati Istat del 2025, gli italiani over 75 sono oltre sette milioni; considerando la fascia 70-75 si supera ampiamente questa cifra, rendendo la misura un intervento mirato a ridurre gli oneri burocratici per una popolazione spesso alle prese con mobilità ridotta o difficoltà negli spostamenti.
Prevalentemente in formato elettronico (CIE), la carta d'identità oggi ha una validità decennale per gli adulti, quinquennale per i minori tra 3 e 18 anni e triennale per i bambini sotto i 3 anni, come stabilito dal decreto legislativo 82/2005 e successive modifiche. Il rinnovo richiede un appuntamento presso il Comune di residenza, presentazione di una fototessera recente e pagamento dei diritti di segreteria, con tempi di attesa che in molte città superano i mesi. Con la nuova regola, una volta raggiunti i 70 anni il documento non scadrà più, eliminando la necessità di rinnovi periodici. Rimangono validi i casi di rinnovo forzato come smarrimento, furto o deterioramento; ma l'obbligo temporale decade.
Discusso in parallelo alla manovra di bilancio, il decreto entrerà in vigore nel 2026 dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con un'attivazione progressiva per evitare sovraccarichi negli uffici anagrafici. Le ragioni di questa scelta risiedono in un approccio di semplificazione amministrativa, parte di un pacchetto più ampio emerso da una consultazione pubblica avviata all'inizio del 2025 dal Ministero della PA. Come spiegato da Zangrillo, l'obiettivo è «rendere più semplice la vita ai cittadini» alleggerendo pratiche che intasano gli sportelli comunali e riducendo i costi per l'amministrazione: ogni rinnovo CIE costa circa 16,79 euro in diritti, più eventuali spese per hardware e personale. In un contesto di invecchiamento demografico - con il 24% della popolazione italiana over 65 secondo l'Istat - questa norma vuole rispondere a esigenze pratiche, come quelle di anziani soli o non autosufficienti che dipendono da familiari per gli adempimenti. Inoltre si allinea a iniziative europee per la digitalizzazione inclusiva, dove documenti stabili facilitano l'accesso a servizi online senza interruzioni.
Tuttavia la misura solleva alcune questioni applicative che il decreto dovrà chiarire. Un punto critico è il trattamento delle carte emesse prima dei 70 anni: per chi ha 61 anni oggi la scadenza cade proprio al settantesimo compleanno. Il documento in possesso resterà valido senza rinnovo, o richiederà un ultimo adeguamento? Fonti ministeriali riportate da Il Sole 24 Ore indicano che le carte esistenti non verranno revocate ma potrebbero essere integrate con annotazioni digitali per confermarne la perpetuità. Altro aspetto è la foto: con validità illimitata, immagini datate potrebbero non riflettere più l'aspetto fisico, complicando riconoscimenti in contesti come banche o controlli di sicurezza. Con il suo chip RFID, la CIE mitiga questo rischio attraverso verifiche biometriche opzionali; la transizione forzata alla CIE potrebbe creare picchi di richieste per le versioni cartacee, che dal 3 agosto 2026 non saranno più valide per l'espatrio, secondo una norma correlata.
Dal punto di vista pratico, la CIE non è solo un documento di identificazione fisica: funge da SPID di livello 3 per l'accesso a portali pubblici come INPS, Agenzia delle Entrate o Poste Italiane; dal 2026 si integrerà con lo European Digital Identity Wallet (EUDI) per i servizi transfrontalieri. Per gli over 70 questa stabilità dovrebbe ridurre il rischio di esclusione digitale, permettendo continuità in operazioni come la gestione delle pensioni o l'assistenza sanitaria. Secondo le stime preliminari di ANCI, che gestiscono le anagrafi, dovrebbero beneficiare di un calo del 15-20% nelle pratiche di rinnovo, liberando risorse per servizi prioritari.
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