Ecco perché Microsoft non riuscì a comprare Facebook

Per due volte Steve Ballmer cercò di convincere Mark Zuckerberg a vendere. E per due volte Zuckerberg rifiutò.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-12-2010]

Microsoft acquisizione Facebook 15 miliardi

Oggi Facebook è, nel bene e nel male, un fenomeno rilevante della Rete, che ha trovato una sua strada per generare profitti e, indipendente, guarda la concorrenza dall'alto dei suoi 500 milioni di utenti.

Tre anni fa quello che oggi è il social network per eccellenza era una realtà in rapidissima crescita e molto interessante per i grandi attori del Web: Yahoo, Microsoft e Google tentarono a più riprese di acquistarlo, senza che nessuno riuscisse nell'impresa.

Grazie alle rivelazioni di Fritz Lanman - che in Microsoft ricopre il ruolo di senior director of corporate strategy and acquisitions - scopriamo che cosa è andato storto nei piani di acquisizione dell'azienda di Redmond.

Per due volte, nel 2007, Steve Ballmer in persona volò dalla sede di Microsoft a Palo Alto, presso il quartier generale di Facebook, per incontrare Mark Zuckerberg.

Durante il primo incontro Zuckerberg spiegò a Ballmer che Facebook valeva già 15 miliardi di dollari. Ballmer, in risposta, propose di acquistare il social network per quell'esatta cifra.

Il CEO di Microsoft aveva previsto il successo che Facebook avrebbe avuto in seguito (in quell'anno aveva "solo" 30 milioni di utenti) ma Zuckerberg si oppose, poiché non voleva perdere il controllo della sua creatura.

Ballmer tornò a Redmond per studiare un piano: avrebbe cercato di acquisire Facebook un po' alla volta, compiendo un percorso spalmato su più anni, per lasciare il tempo a Zuckerberg di far crescere Facebook come ritenesse meglio prima di cederlo a Microsoft.

Anche questa volta, però, Mark Zuckerberg rifiutò ogni offerta. Così Ballmer dovette limitarsi ad acquisire il controllo dell'1,6% del social network, investendo 240 milioni di dollari per un accordo pubblicitario.

Così la caparbietà di Zuckerberg gli consentì di restare alla guida di un colosso che, il mese scorso, veniva valutato intorno ai 41 miliardi di dollari.

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