Telemarketing, luci e ombre sull'autoregolamentazione

Si passa all'opt-out: per non essere disturbati bisognerà iscriversi al Registro delle Opposizioni, controllato dalle grandi aziende di TLC.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-12-2010]

Telemarketing autoregolamentazione opt-out

A partire dal primo febbraio 2011 diverse imprese di telecomunicazioni inizieranno a rispettare il codice di autoregolamentazione per il telemarketing che introduce alcune novità, all'apparenza non sempre positive per gli utenti.

Le aziende interessate sono quelle riunite in Assotelecomunicazioni: tra i firmatari del codice ci sono Telecom Italia, Wind, Vodafone, Fastweb, H3G; BT Italia, Tiscali, Sky Telecare, Comdata e altri. Tutte imporrano il rispetto del codice anche ai vari call center in outsourcing.

In base alle norme ci saranno alcuni paletti precisi per regolamentare il telemarketing, ossia la possibilità di chiamare al telefono gli utenti per proporre servizi e prodotti.

Vi sono innanzitutto alcune fasce orarie in cui le aziende non potranno effettuare le chiamate: alla domenica e durante i giorni festivi; ogni giorno dalle 21.30 alle 9.00; al sabato prima delle 10.00 e dopo le 19.00.

Inoltre non potranno ricontattare uno stesso numero a meno che non siano trascorsi 30 giorni dall'ultima telefonata.

Ogni chiamata dovrà poi obbligatoriamente comprendere la dichiarazione di nome e cognome da parte del chiamante, oltre al nome dell'operatore, allo scopo della telefonata (commerciale o promozionale), l'indicazione del fatto che i dati personali sono stati ottenuti dall'elenco degli abbonati, l'esistenza del codice di autoregolamentazione unita all'indirizzo del sito in cui trovare i dettagli e, in ultimo, le modalità di iscrizione al Registro delle Opposizioni.

È quest'ultima la novità introdotta lo scorso aprile, nonostante la preoccupazione del Garante per la privacy ed è il segno concreto del cambio della politica finora seguita per il telemarketing: dall'opt-in si passa infatti all'opt-out.

Se fino alla costituzione del Registro, infatti, le aziende potevano chiamare solo chi aveva esplicitamente dato il proprio consenso, ora la situazione si ribalta: per non ricevere le telefonate è necessaria l'esplicita iscrizione al Registro.

L'opt-out è la soluzione adottata in molti Paesi europei come Francia, Svezia, Regno Unito, Olanda, Finlandia, Belgio e altri.

Secondo Stefano Parisi, presidente di Assotelecomunicazioni, l'adozione di questo sistema è una buona notizia in quanto "richiede una maggior consapevolezza da parte di tutti, operatori e abbonati"; inoltre il codice permette agli aderenti all'Associazione di "far evolvere il telemarketing in strumento trasparente di commercializzazione e promozione dei servizi di Tlc, attuato secondo modalità non invadenti, rispettose dei diritti alla privacy e della riservatezza delle persone".

Di parere diverso sono le associazioni di consumatori come l'ADUC che stigmatizza l'obbligo di iscrizione al Registro per non essere disturbati in casa propria e non guarda certo con favore nemmeno al divieto delle chiamate oltre le 21.30, considerando come già immediatamente prima di quell'ora una telefonata possa essere molto fastidiosa.

Sempre ADUC si dice preoccupata in quanto il Registro delle Opposizioni è gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni: nel Comitato dei soci fondatori siedono tra gli altri i rappresentanti di Telecom Italia, Vodafone, Wind, Fastweb e 3 Italia, ossia alcune tra le maggiori aziende di TLC italiane e finora grandi utilizzatrici delle pratiche di telemarketing.

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