Cina, nove mesi di galera per aver venduto una VPN

Aggirare il Great Firewall cinese può costare la libertà.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-09-2017]

greatfirewall

Come ormai tutti sanno, l'accesso a Internet dalla Cina è regolato da una Grande Muraglia digitale, il cosiddetto Great Firewall.

Non si tratta di una misura censoria puramente decorativa, come i blocchi a certi siti periodicamente imposti dalle nostre autorità: chi tenta di aggirarlo va incontro a conseguenze molto serie.

Tali conseguenze sono state esplicitamente rese più severe sin dallo scorso gennaio, quando il ministro cinese per l'industria e l'informatica ha deciso di imporre un giro di vite a quello che, secondo lui, era uno sviluppo fin troppo «disordinato» dei servizi offerti dalla Rete.

Per raggiungere lo scopo, il ministero ha indetto una campagna contro le VPN, sistemi usatissimi proprio per aggirare il Great Firewall.

Le conseguenze non si sono fatte attendere: Apple ha eliminato ogni VPN dal proprio app store e, a quanto si dice, il governo cinese ha discretamente imposto agli Isp di bloccare ogni uso di reti private virtuali.

In questi mesi la morsa contro le Vpn è andata stringendosi, e ora abbiamo la prima vittima delle nuove norme: Deng Jiewei, un ventiseienne che gestiva un piccolo sito web attraverso il quale vendeva software per realizzare Vpn, è stato messo in prigione.

Jiewei era già stato arrestato a ottobre 2016, con l'accusa di «offrire strumenti per il controllo illegale di sistemi di computer» e di aver pertanto violato l'articolo 285 del codice penale cinese.

Ora è arrivata la condanna definitiva, motivata dal fatto che il sito offriva strumenti «che permettevano di visitare siti stranieri che non sarebbero stati accessibili attraverso gli IP nazionali».

L'uomo si trova quindi ora a dover affrontare nove mesi di carcere.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA