Sterco di tacchino, un'ottima alternativa al carbone



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-02-2018]

letame tacchino carbone

Anche se economico e abbondante, e perciò tuttora largamente adoperato per la produzione di energia, il carbone è anche (quando viene bruciato) una fonte di anidride carbonica che finisce nell'atmosfera.

Trovare un'alternativa ugualmente buona è quindi una sfida importante, ma due ricercatori dell'Università Ben-Gurion del Negev, in Israele, sono convinto di averla vinta. L'articolo continua qui sotto.

Vivian Mau e Amit Gross ritengono di aver individuato un ottimo sostituto del carbone nel letame di tacchino, e hanno illustrato la loro scoperta in un articolo apparso su Applied Energy.

L'idea è di prendere lo sterco (non solo quello dei tacchini, ma quello del pollame in generale), trattarlo e convertirlo in biomassa solida.

Si tratta di un sistema che risolverebbe in un colpo solo due problemi: trovare fonti non inquinanti per la produzione di energia e smaltire certi rifiuti agricoli in maniera efficiente.

«Lo smaltimento degli escrementi del pollame, da condurre in maniera sicura dal punto di vista ambientale,» - hanno spiegato gli studiosi - «è diventato un problema serio. Convertire gli scarti del pollame in combustibile solido, una fonte di energia rinnovabile e poco esigente in termini di risorse, è un'alternativa superiore, dal punto di vista ambientale, che ci permette di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili».

I ricercatori hanno paragonato il combustibile prodotto dal letame di tacchino al biochar o carbone di legna, ottenuto «scaldando lentamente una biomassa alla temperatura di 450 gradi Celsius in una fornace priva di ossigeno» e all'hydrochar, «ottenuto scaldando della biomassa umida a una temperatura molto più bassa, fino a 250 gradi Celsius, sotto pressione», secondo un processo noto come carbonizzazione idrotermica.

Questo secondo processo pare essere particolarmente indicato per il trattamento del letame, poiché permette di generare il 24% di energia in più. Una volta prodotto, l'hydrochar nato dagli escrementi del pollame «brucia in modo simile al carbone».

I ricercatori si spingono a dire che, se questa tecnica prendesse piede, si potrebbe sostituire il 10% del carbone mondiale con l'hydrochar "avicolo", che quando brucia emette molti meno gas nocivi.

«La nostra scoperta» - concludono Mau e Gross - «può aiutare a ridurre in maniera significativa le emissioni gassose associate con la generazione di elettricità e lo smaltimento dei rifiuti agricoli».

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