iOS, parte del codice sorgente trapela in Rete: faciliterà hacker e jailbreaker



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-02-2018]

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Una parte importante del codice sorgente di iOS è finita - ancora non si sa come né a opera di chi - in Rete: qualcuno l'ha pubblicata su GitHub.

Il codice in questione è etichettato come iBoot: si tratta di quel programma che si occupa di eseguire l'avvio di iPhone e iPad, caricando poi il sistema operativo vero e proprio.

Svolge funzioni analoghe a quelle di Bios/Uefi nel mondo Pc, o di Fastboot nel mondo Android.

La versione di iBoot trapelata riguarda iOS 9, ma parti del codice diventato pubblico sono tuttora adoperate in iOS 11: secondo l'esperto di iOS e macOS Jonathan Levin, si tratta della «più importante fuga di codice della storia».

Pur avendo aperto altre parti del codice di iOS e macOS, Apple ha sempre tenuto iBoot al riparo da occhi indiscreti, seguendo la filosofia nota come security through obscurity (sicurezza tramite segretezza): se il codice non è noto, non lo si può studiare e pertanto non è possibile scoprirvi bug.

L'esistenza della pratica del jailbreaking dimostra come la sicurezza ottenuta in questo modo sia tutt'altro che totale, ma certamente la rivelazione del codice di iBoot faciliterà il lavoro di quanti dedicano la propria vita a "sbloccare" gli iDevice.

Attualmente, iBoot non si trova più su GitHub: poche ore dopo la sua comparsa, Apple ha inviato ai gestori della piattaforma una lettera legale che, facendo leva sul Dmca (la legge americana sul copyright), ne chiedeva la rimozione in quando «il codice di iBoot è proprietario e include le informazioni sul diritto d'autore di Apple. Non è open source».

Così facendo, naturalmente, il gigante di Cupertino ha indirettamente confermato l'originalità del codice, che qualcuno aveva anche provato a considerare una bufala.

Oltre a fornire materiale su cui lavorare a quanti si occupano di jailbreaking, questo leak dà anche nuovi strumenti a quanti cercano di violare i sistemi Apple per motivi meno nobili, e forse permetterà anche di capire meglio come sia possibile emulare iOS su piattaforme che non appartengono alla mela morsicata.

«iBoot» - ha commentato Levin - «è l'unico componente che Apple s'è sempre tenuta ben stretto, arrivando a criptare a 64 bit la sua immagine. E adesso è completamente aperto, nella forma di software open source».

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Trafugato il codice di boot di iOS: che cosa comporta?

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