Diciassettenne all'asta su Facebook, in sposa al miglior offerente



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-11-2018]

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L'inizio della storia risale circa a un mese fa ma soltanto in questi giorni la notizia s'è diffusa largamente al di fuori del Paese in cui s'è svolta.

Lo scorso 25 ottobre su Facebook è apparso un annuncio non soltanto insolito, ma disumano: una diciassettenne del Sudan del Sud è stata messa all'asta dal padre, garantendo al maggior offerente che ne sarebbe diventato il marito.

In Sudan, il post è diventato subito virale e, nonostante fosse contrario alle norme di Facebook, è rimasto in circolazione per due settimane: soltanto il 9 novembre è stato rimosso d'ufficio.

A quel punto, però, secondo quanto riporta Reuters, l'"affare" era concluso: la ragazza era già stata "acquistata".

Pare che cinque siano stati i maggiori offerenti, tra i quali alcuni importanti rappresentanti del governo sudanese. Di questi, ha vinto colui che ha promesso e poi pagato al padre della giovane 500 mucche, tre auto e 10.000 dollari.

A questo punto la vicenda in sé, per quanto orribile, è conclusa, ma le sue conseguenze rischiano di durare a lungo.

Mentre l'annuncio era online, «Chiunque in Sudan fosse su Facebook era ben consapevole della situazione, e molto prima del resto del mondo» come spiega Plan International, un'associazione per i diritti dell'infanzia.

Considerato il successo della trattativa, il rischio adesso è che altri siano spinti a fare altrettanto, trasformando Facebook in quello che George Otim, direttore della sezione sudanese di Plan International, ha già definito «un moderno mercato degli schiavi».

Il fatto che il post originale sia rimasto online per quindici giorni dimostra come a ben poco siano servite le linee guida dell'azienda, che prevedono la rimozione completa del materiale che tratta di «traffico di esseri umani» e la disattivazione permanente degli account degli autori degli annunci.

Sebbene, a seguito dell'accaduto, un portavoce di Facebook abbia assicurato che gli sforzi dell'azienda nel cercare di prevenire questo genere di cose siano sempre maggiori, è difficile credere che si riesca a realizzare un sistema perfetto che blocchi sul nascere ogni tentativo di sfruttare in questo modo la tecnologia.

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