Beppe Grillo, il Web e la politica

Il blog del comico genovese è tra i più letti del mondo: potrebbe addirittura diventare un partito, favorito anche dal sistema proporzionale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-01-2006]

Il popolare comico genovese

Si è a lungo parlato di Web e politica ultimamente, anche per la candidatura alle primarie del centrosinistra di Ivan Scalfarotto, un giovane manager ignoto ai più, che aveva messo su in fretta e furia un blog per farsi conoscere, raccogliendo poi poco più di ventimila voti su quattro milioni e mezzo di elettori, e chiudendo dopo poco tempo lo stesso blog.

Sulla base di questa esperienza, un po' improvvisata, si era parlato di ininfluenza del Web sulle cose della politica: è convinzione comune che la Rete raggiunga ancora élite limitate e non possa sostituire o surrogare una maggiore visibilità mediatica. Il Web potrebbe invece rivelarsi dirompente se dovesse scendere nell'arena politica un personaggio dal calibro di Beppe Grillo.

Il comico genovese gode infatti di una fortissima popolarità presso il grande pubblico, guadagnata in anni e anni di Tv in prima serata, da Fantastico alle varie Domenica In, consolidata da una fama di "duro e puro"; fu escluso dal video prima che iniziassero le "purghe berlusconiane" e con anni di spettacoli ha coperto tutte le città italiane, parlando contro l'inquinamento, le sofisticazioni alimentari, le tangenti, i disservizi telefonici, lo strapotere della pubblicità e le menzogne dell'informazione ufficiale.

Un anno fa nacque il suo blog, diventato non solo il più letto in Italia di questo genere di informazione alternativa, ma uno dei più letti nel mondo, come testimonia la classifica di Technorati. Sul blog sono nate iniziative di successo, come l'appello per far dimettere il Governatore di Bankitalia Fazio, pubblicato sui principali quotidiani, grazie a una raccolta di fondi promossa sullo stesso blog; successivamente Grillo ha lanciato una campagna per mettere al bando dal Parlamento i tanti deputati e senatori con condanne passate in giudicato per corruzione e simili.

Prima che l'onorevole Santagata, agit-prop di Prodi, lanciasse il metodo di convocare riunioni in casa propria (come fece Howard Dean su Internet nelle primarie per la presidenza Usa), nelle principali città italiane sono nati moltissimi Meetup, ovvero gruppi di sostenitori di BeppeGrillo.it, che organizzano sit-in, raccolte di firme e volantinaggi.

Alla rete Internet si collega e si sovrappone una rete sul territorio, forte già di circa 8.000 sostenitori giovani, appassionati ed entusiasti, non ancora delusi dalla politica militante, o troppo delusi per non provare con l'antipolitico Grillo.

Tutto questo non accade in un momento qualunque, ma proprio a ridosso delle elezioni politiche di primavera, che vedono una forte delusione nei confronti di Silvio Berlusconi e dell'azione del suo Governo. Inoltre in poche settimane è scoppiato il caso "Bancopoli": non solo gli uomini più vicini a Berlusconi, gli onorevoli Brancher e Romani, un sottosegretario alla Giustizia di An, la Lega Nord accusata di aver sostenuto la propria banca (la CrediNord) ormai fallita, ma anche il presidente della Confcommercio Ricucci, e poi un uomo di sinistra come Consorte, amico di Fassino e D'Alema, espressione delle potenti Coop, sono coinvolti fino al collo, in uno scandalo che vede dentro anche pezzi della magistratura forse collusi.

Lo scandalo lambisce pezzi del salotto buono del capitalismo italiano, come Emilio Gnutti (il socio di Tronchetti Provera in Telecom Italia). Gli uomini della destra e del capitalismo italiano, da sempre nemici di Grillo, sono indagati per aver sottratto ai risparmiatori e ai correntisti decine di milioni di euro, ultimo tra gli scandali italiani di questi anni, da Cirio ai Bond argentini, da Parmalat a Finmatica, dalla Bipop a FreedomLand. Anche la sinistra italiana appare più interessata a "fare il tifo" per questo o quello spregiudicato finanziere che a difendere e a tutelare i consumatori.

Per Beppe Grillo, con la sua credibilità e le sue battaglie, si apre così uno spazio fantastico per entrare in politica, proprio ora che la riforma elettorale, voluta da Berlusconi, segna il ritorno alle liste proporzionali e fissa solo nel 3% la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento.

La sinistra ha compreso il pericolo e, infatti, comincia a sparare a zero su Grillo: agli occhi dei Ds rischia di essere un nuovo Guglielmo Giannini, il fondatore dell'Uomo Qualunque negli anni '50, che da commediografo brillante riuscì a diventare capo di un partito con qualche decina di deputati in Parlamento, proprio grazie alla polemica con la destra e con la sinistra.

Giannini aveva avuto un figlio ucciso in guerra e da allora aveva cominciato a odiare il regime dei partiti: li vedeva come continuazione del regime del partito unico fascista, che aveva voluto la guerra; per Giannini i politici di professione si arricchivano sulle spalle della gente comune.

Giannini riscosse un grande successo nei ceti medi impoveriti. Sarà così anche per beppegrillo.it? In questo caso non si potrà più dire che il Web non serve in politica.

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Pier Luigi Tolardo