Gli anti-DRM scendono in piazza

Mascherati da addetti ai rifiuti tossici, i "combattenti per la libertà" hanno deciso di diventare visibili.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-05-2006]

Una manifestante bardata

Alcuni membri di Free Software Foundation, i freedom fighters, stanno organizzando una campagna contro la Digital Rights Management (gestione dei diritti digitali) o, come più appropriatamente la chiamano, "Digital Restrictions Management". Indossando le tute gialle (che negli USA si utilizzano per maneggiare i rifiuti tossici), hanno battezzato l'iniziativa la scorsa settimana.

Il nome del sito di coordinamento è emblematico: Defectivebydesign (difettoso per progetto). Teatro della prima manifestazione è stata Seattle, un po' perché è la culla del movimento no-global, un po' per protestare contro il discorso che Bill Gates ha lì tenuto sul futuro di Microsoft.

La campagna, che ha come obiettivo i media e le industrie che applicano la DRM, non si fermerà a Seattle. Peter Brown, direttore esecutivo di FSF, incoraggia tecnici e appassionati alla partecipazione. "Ciò che vediamo è solo la punta dell'iceberg ed è nostro dovere fare qualcosa," ha detto.

"Sappiamo che i mezzi di comunicazione di massa, i fabbricanti di dispositivi DRM e le major hanno un piano per chiudere il libero accesso ai contenuti. Il loro scopo è mettere la DRM in tutti i computer e in tutte le case".

Tutti i computer, gli schermi ad alta-definizione, i telefonini, i videoregistratori e gli impianti stereo di ultima generazione non rispettano i diritti degli operatori di fare copie private dei propri contenuti digitali.

Ma l'aspetto più inquietante delle nuove tecnologie di protezione che fanno capo al Trusted Computing è la possibilità di monitorare le abitudini di ciascun fruitore di contenuti.

Ci stanno vendendo delle baracche, appositamente progettate per esserlo. "In qualunque altro settore, limitazioni o invadenze di questo tipo," sostiene Brown, "sarebbero considerate gravi difetti. Un Mp3 player che non esegue certi file è come un'automobile che non imbocca tutte le strade."

Henri Poole, presidente di Civic Actions, ha dichiarato: "I boss dei media sono stati a lungo, per gli artisti, l'unica chiave per entrare nel mercato. Adesso sono minacciati da nuovi strumenti di distribuzione che rovesciano il loro potere e permettono un rapporto diretto tra artista e pubblico. La DRM è il tentativo delle major di imporre le proprie vecchie regole".

È una guerra senza quartiere, che vede alleati vasti settori della grande industria, quella dell'intrattenimento, quella dell'hardware e i produttori di dispositivi DRM. A farne le spese sono gli utenti e gli artisti.

L'industria della pirateria, non toccata da queste tecnologie, se la ride fregandosi le manine: si prevedono grossi affari nel prossimo futuro.

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