Energia senza fili, forse si può

Una simulazione al computer anima il forum della fisica industriale a San Francisco: si può trasmettere energia a distanza.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-11-2006]

Marin Soljacic

Quante volte ci abbiamo pensato: coi nostri portatili, liberi da fili, possiamo navigare in internet, mandare un documento in stampa. Ma la batteria dura quello che dura, ed è sempre lì a ricordarci che l'energia wireless non è ancora stata inventata.

Già erano circolate in rete strane macchinette che fungevano da prolunga wireless, segnalate anche nei forum dell'Olimpo informatico, ma erano un pesce d'aprile. Questa volta sembra non sia una bufala.

La notizia ha fatto il giro della rete, e la fonte è nientemeno che il Massachusetts Institute of Technology: trasmettere energia senza fili si può. Lo stadio di sviluppo del progetto non è proprio avanzatissimo, nel senso che siamo a livello di simulazione al computer, ma il MIT ha ritenuto opportuno diffondere la notizia.

Nel monitor del fotonista Marin Soljacic, ricercatore al MIT, due anelli di metallo si scambiano energia elettrica in mezzo a un forte campo magnetico. Sembra così possibile progettare dispositivi in grado di succhiare energia da un campo magnetico creato in una stanza.

Il processo, non ancora dimostrato, si baserebbe sul campo magnetico che circonda un anello di metallo attraversato dalla corrente. Questi principi sono alla base del motore elettrico, presente nel 90% dei nostri elettrodomestici.

Ma il campo magnetico trasmette energia solo a distanza molto ravvicinata, come nel caso dei rotori, ed è per questo che i tentativi di alimentazione wireless sono stati finora poco confortanti, in termini di efficienza. In altri termini, non c'è paragone tra la potenza emessa e quella impiegata a distanza.

La chiave per incrementare l'induzione di corrente a distanza parrebbe essere la risonanza. Soljacic e colleghi hanno realizzato un marchingegno, una specie di diapason, che, eccitato dalla corrente, oscilla a una determinata frequenza. In ricezione c'è un apparecchio gemello in grado di risuonare col primo.

Questa risonanza sembrerebbe avere effetti moltiplicativi sulla quota di energia trasmissibile col campo magnetico, anche a distanze finora mai raggiunte.

La simulazione di Soljacic, presentata martedì al Forum della fisica industriale, all'American Institute of Physics di San Francisco, sarebbe riuscita a trasferire qualche decina di watt alla distanza di alcuni metri, quanto basta per ricaricare una batteria di un portatile.

"I risultati sono molto incoraggianti", sostiene Soljacic, "ma il vero test sarà l'esperimento su cui ora stiamo lavorando". Per il momento, dobbiamo accontentarci di applicazioni virtuali di forze già note e stranote.

I suoi colleghi in giro per il mondo ritengono la ricerca molto interessante, ma limitata ad ambiti specifici. E' difficile sopportare i rischi connessi ai forti campi magnetici, di cui ancora non si conosce la reale pericolosità, per la pigrizia di non tirare qualche metro di filo.

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