La free press nelle edicole

La stampa periodica è sempre più in crisi, mentre si leggono sempre meno libri. Pur di raggiungere più lettori, i giornali gratuiti iniziano a pagare gli edicolanti per la distribuzione.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-05-2007]

darwin

Si apre a Torino la Fiera Internazionale del Libro ma la vendita di quotidiani e settimanali si affida ormai solo ai "supplementi", magari curati dal punto di vista editoriale ma spesso inutili.

Volendo essere pignoli, potremmo addirittura affermare che è il giornale che tende a diventare un accessorio del supplemento; ma questa è un'altra storia. La profondità e le dimensioni del problema nascono da ben altre considerazioni e non è mal posto il timore che con il progressivo depauperamento dei contenuti, l'aumento esponenziale della litigiosità, la concorrenza spietata dell'internet da una parte e del gossip specializzato dall'altra, le pubblicazioni tradizionali passeranno presto tra i ricordi del passato.

Il rischio è enorme, perché la pluralità dell'informazione è alla base stessa della democrazia; e poco importa che giornali e riviste siano in mano a poche finanziarie finché le redazioni saranno libere di esprimersi in linee editoriali anche diverse o magari contrapposte e quelle benviste dal "padrone". Perché l'informazione digitale è sintetica ed evanescente per sua natura, gratuita, e il lettore non è più tale ma solo un frettoloso consultatore, mentre la "carta stampata" può essere conservata, riletta e alla fine usata per pulire i vetri o avvolgere le acciughe al mercato rionale.

Esistono anche i giornali indipendenti, distribuiti ormai un po' dappertutto e che si autosovvenzionano con la pubblicità, potrebbe obiettare qualcuno. Ma forse non per molto.

Da dove tradizionalmente si legge molto più che da noi purtroppo giungono le prime avvisaglie. Infatti pare che il quotidiano gratuito 20 minutes edito in Francia, Spagna e Svizzera in una trentina di edizioni localizzate, proporrà un piccolo utile agli edicolanti in cambio della distribuzione del giornale.

Il tentativo mira ovviamente ad acquisire alla pubblicità i potenziali lettori che di solito non comprano pubblicazioni a pagamento mentre gli edicolanti possono sperare di avvicinare una clientela nuova; ma anche in questo caso il problema si propone con evidenza e, apparentemente, senza soluzioni soddisfacenti nel medio e nel lungo periodo.

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