E' stata presentata a Bruxelles da Erkki Liikanen, Commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-10-2003]
Il Garante per la protezione dei dati personali ha preso dei seri provvedimenti (dopo quello di maggio) contro chi fa spamming in Europa e quindi nel nostro Paese.
Lo spamming consiste nell'invio di e-mail pubblicitarie senza il consenso del destinatario e di conseguenza nell'intasamento delle caselle di posta elettronica delle vittime.
Oggi questo genere di reato verrà punito con una multa che può arrivare fino a 90.000 euro e - nei casi limite - con la reclusione da sei mesi a 3 anni.
La proposta europea, fatta in luglio, è stata presentata il 15 del mese a Bruxelles da Erkki Liikanen, Commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione.
Secondo la maggior parte delle ricerche fatte, il grosso degli spam proviene dagli Stati Uniti, dove vige il sistema "opt out", secondo cui chi ha un indirizzo di posta pubblico come un numero di telefono, può essere contattato dalle aziende fino a quando non decide ("opta") di uscire dalle loro liste.
In Europa invece da ora vige una regola di comportamento contraria: se di norma è vietato l'invio di e-mail pubblicitarie, sarà l'utente a decidere se volerle ricevere ugualmente o no.
Uno tra i promotori di questa iniziativa è il responsabile italiano della tutela della privacy Rodotà, secondo cui il passo più importante per combattere lo spamming è la cooperazione con gli USA, "Paese che è all'origine della grande maggioranza degli spam, come testimonia il fatto che l'85% dei messaggi è in lingua inglese". E se fino a due mesi fa egli pensava che "non sarà facile arrivare presto ad una convenzione internazionale", oggi si registra già "un cambiamento spettacolare da parte degli USA che cominciano ad accettare l'idea di un intervento normativo e di sanzioni penali contro i responsabili dello spamming".
Tutto questo polverone è stato alzato in seguito all'adozione, lo scorso anno, della direttiva sulla tutela della vita privata nel campo delle comunicazioni elettroniche. Così, entro il 31 ottobre 2003, gli Stati membri devono recepire disposizioni contro lo spamming nel proprio ordinamento nazionale le quali poi dovranno convergere in una normativa di cooperazione internazionale.
Riassumendo, quindi, in Europa è stato adottato un regime "opt in", secondo cui comunque il consenso del destinatario delle e-mail in questione deve essere richiesto prima dell'invio e dopo l'averlo informato degli scopi del messaggio. Tutto ciò per far valere il diritto di privacy assolutamente senza oneri per gli utenti.
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