Una nuova tecnica transgenetica è rilasciata in Australia sotto BIOS, una licenza Open Source. Aspettative e perplessità sull'evoluzione delle biotecnologie free.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-02-2005]
Il controllo del comparto biotecnologico mondiale è concentrato nelle mani di poche multinazionali, a causa della diabolica rete di brevetti, da loro appositamente costituita. I brevetti selvaggi, un male del nostro tempo, creano ostacoli, reali e soprattutto percepiti, all'uso efficace delle biotecnologie per i miglioramenti agricoli da parte di molte organizzazioni pubbliche e private mondiali. Solo un pazzo potrebbe avventurarsi in quella giungla per svolgere delle ricerche. Con buona pace di quelli che sostengono che i brevetti sono un incentivo all'innovazione.
All'interno di CAMBIA, il Centro per le Applicazioni di Biologia Molecolare per l'Agricoltura Internazionale, in Australia, un gruppo di ricercatori si vuole sottrarre a questo giogo ed ha costituito la BIOS - Biological Innovation for Open Society, un nuovo paradigma di licenza per metodiche scientifiche, che permette ai risultati delle ricerche di essere migliorati, condivisi e considerati come commons, cioè risorse pubbliche. Ma tuttavia consente di brevettare prodotti, ove necessario.
"Queste licenze sono la base di un movimento crescente, che permetterà ai ricercatori, anche nei paesi i più poveri del mondo, di scegliere e sviluppare tecnologie di miglioramento agrario che soddisfano le priorità dei popoli e non quelle delle multinazionali", dice Richard Jefferson, professore alla Charles Sturt University e direttore generale del CAMBIA.
L'Open Source Biology muove i primi passi rilasciando una scoperta, si suppone, gravida di usi nuovi in termini di interazioni naturali tra batteri e piante per conseguire la trasformazione di pianta. Fino ad oggi la chiave del trasferimento di DNA modificato sulle piante è stato un organismo, l'Agrobacterium. È uno dei più efficaci (e protetti) sistemi di manipolazione genetica delle piante. Traduco: chi vuole usare l'Agrobacterium, l'unico capace di trasferire i geni estranei alle piante, deve pagare costose royalty. L'organismo è infatti protetto da centinaia di brevetti, di cui sono titolari giganti del biotech come Monsanto e Syngenta.
A quanto pare c'è un'alternativa open: i ricercatori del CAMBIA hanno scoperto che altre specie di batteri benigni possono essere modificati in maniera sorprendentemente semplice per lo stesso scopo. È questo il contenuto di una pubblicazione nella prestigiosa rivista scientifica Nature. Questa metodica di trasferimento del gene sarà messa a disposizione della comunità di ricercatori come Open Source, conformemente alla BIOS.
Le reazioni delle multinazionali tendono alla minimizzazione: il portavoce di Syngenta, per esempio, ha detto: "Esistono già altre tecnologie alternative all'Agrobacterium, niente di sconvolgente per il mondo della ricerca".
Le novità non finiscono qui: oltre a licenza e scoperta, è stata lanciato anche il portale BioForge, una motore di ricerca on line per commons protetti da licenze BIOS.
"BioForge significa condividere capacità e costruire delle comunità per l'innovazione per affrontare sfide mondiali come la salute, la povertà e la fame, affidandosi a risorse oggi inutilizzate, i cervelli fuori dal giro delle multinazionali", dice Jefferson.
Due perplessità: la prima è di natura tecnica e riguarda la struttura mista "brevetto-conoscenza condivisa" della BIOS licence. Non sappiamo fino a che punto possa reggere legalmente agli attacchi degli avvoltoi della proprietà intellettuale, e soprattutto dei loro avvocati. La GNU-GPL, che in apparenza è molto più stabile, ha dovuto passarne di cotte e di crude per assumere una credibilità condivisa, e ancora oggi qualcuno la mette in discussione. Il punto più debole è quanto la BIOS possa essere virale, cioè contaminare anche le scoperte successive a quella copyleftata. Se per esempio la Monsanto, utilizzando la metodica BIOS condivisa, riuscisse a brevettare per sè stessa una specie vegetale, si otterrebbe l'infausto risultato di favorire la chiusura della conoscenza.
L'altra perplessità è di tipo etico e riguarda, in generale, le biotecnologie. Se da un lato troviamo incoraggiante che qualcuno si opponga ai giganti dell'OGM, è piuttosto deludente che lo si faccia utilizzando tecnologie sì open, ma OGM anch'esse. Il tutto senza che si siano chiariti definitivamente i pericoli per l'ecosistema derivanti dall'accelerazione monodirezionale e monocolturale che l'agricoltura potrebbe prendere grazie a queste tecnologie. Meglio, molto meglio usare le metodiche tradizionali.
Scrive il nostro amico Alberto Olivucci, contadino hacker, su "Seminando": "I contadini hacker non hanno intenzione di copiare i brevetti sui semi ma di aggirarli creando nuove e, se possibile, migliori varietà per un modello di agricoltura ecocompatibile. A questo ci possiamo arrivare condividendo le esperienze, i risultati delle nostre sperimentazioni e i semi selezionati. Penso al Prof. Raoul Robinson che mette a disposizione gratuita i suoi libri su come selezionare le piante ristabilendo la loro naturale resistenza alle malattie sul sito www.sharebooks.ca. Penso anche a libri di buona qualità come 'Breed your own variety' di Carol Deppe dove si insegna a creare nuove varietà e a trarre linee stabili dai semi ibridi."
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|