Ha ragione BSA: usare software duplicato illegalmente non conviene. Ma forse BSA non ha ben chiaro, nel caso in cui tutti si mettessero in regola utilizzando software libero, chi ne farebbe davvero le spese.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-01-2002]
Copiare software la cui licenza d'uso vieta di farlo è un reato. E qualcuno sostiene che, illecito per illecito, a parità di risultato (possibilità di usare il software) conviene commettere il reato punito meno severamente: perciò, piuttosto che copiare un cd, meglio rubarlo nel negozio sotto casa.
Si tratta, è ovvio, di una provocazione: la quale, tuttavia, trae origine dalla sconsolante realtà del nostrano panorama giuridico in tema di copyright.
Ma, pur prescindendo dai rischi connessi e da considerazioni di carattere strettamente morale, usare software copiato conviene davvero? Non credo, per diversi motivi.
Inoltre, malavita o no, se i programmi non sono comunque originali, non si ha diritto all'assistenza tecnica da parte del produttore. Con chi ci si può lamentare se qualcosa non funziona? A chi si può ricorrere in caso di problemi? Non è una questione da poco. Se si considerano le innumerevoli falle nella sicurezza, recentemente scoperte nei più diffusi programmi, e le conseguenze (anche legali) a cui si rischia di essere esposti perfino in qualità di vittime inconsapevoli, non avere una figura di riferimento (produttore, rivenditore) sul quale rivalersi non è una bella prospettiva.
Ma c'è un'altro motivo, secondo me almeno altrettanto interessante. Se tutti quelli che usano software illegalmente duplicato decidessero di mettersi in regola, ma senza spendere una lira in licenze, che cosa accadrebbe? Linux scomparirebbe? Morirebbe forse l'open source?
Certo che no: anzi, accadrebbe esattamente l'opposto. Il software libero avrebbe finalmente, da parte di tutti, l'attenzione che merita e che si sta comunque guadagnando sul campo, nonostante la schiavitù di fatto a cui sono soggetti gli utilizzatori di programmi chiusi e proprietari (in gergo si chiama "effetto lock-in"). Se è vero che quasi il 40% delle copie di Windows installate in Italia è di origine illegale, sostituirle tutte con Linux non solo sarebbe un modo efficacissimo per ritornare nel lecito, ma rappresenterebbe anche una bella grana per tanti nomi blasonati.
Già: una delle conseguenze negative della diffusione delle copie illegali è proprio avere dato a certo software, sulla cui qualità si potrebbe discutere a lungo, l'opportunità di diventare una sorta di standard di fatto, dal quale, ormai, non è immediato sganciarsi. E così, probabilmente non a caso, i produttori hanno a lungo tollerato il fenomeno della duplicazione illecita: ora, però, intendono passare a riscuotere. E, c'è da starne certi, riscuoteranno una seconda volta, e poi una terza, e una quarta...
Avete mai provato a visitare il sito della BSA? Come evidenzia Andrea Monti dalle colonne di "Linux & C.", e come ho verificato personalmente, utilizzare la funzionalità di ricerca per trovare riferimenti a termini come "Linux", "GPL" o "open source" è fatica sprecata. Non ve n'è traccia. Zero. Evidentemente, per questi signori, l'unico modo per non utilizzare programmi illegalmente copiati è... continuare a usarli, pagando le licenze: essendo BSA portavoce dei maggiori produttori mondiali di software, all'origine di tanta disinformazione ci sarà senz'altro una ragione.
Per favore, non "piratate" il software. Non usate programmi duplicati. E non obbligatevi a pagare licenze. Non accettate di sottostare a segreti industriali, spacciati come un vantaggio per voi, ma buoni solo per nascondere le magagne di prodotti che pagate denaro sonante: il vero vantaggio va a chi intasca i vostri soldini.
Usate software libero. Usate Linux, sperimentate FreeBSD, provate i programmi open source. E' la risposta migliore che si possa dare all'avidità dei monopolisti, è il modo più efficace per farli ridiventare "comuni mortali" e costringerli ad affrontare la concorrenza, abbassando i prezzi e, finalmente, migliorando la qualità dei propri prodotti.
Grazie di cuore.
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