La ragnatela pirotecnica e i saltimbanchi telematici

Commercio, divulgazione, esibizione... qualunque sia l'obiettivo di un sito web, questo deve essere fruibile e visibile. Ovvio? Non per tutti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-02-2002]

Visibilità e fruibilità, cioè essere facilmente reperibile nell'affollamento della Rete e utilizzabile da tutti gli interessati senza esclusioni, rappresentano per ogni sito una necessità assoluta. In mancanza, si è inesorabilmente condannati ad un'esistenza marginale e al fallimento degli obiettivi di partenza.

Perciò, quando si realizza un sito, si dovrebbero sempre tenere ben presenti alcune regole fondamentali: semplici quanto ad implementazione tecnica, ma addirittura banali se ci si accosta alla Rete con un minimo di buon senso. Eppure, molti siti sono un vero e proprio paradigma dei più grossolani errori: proviamo a descriverne qualcuno.

I colori. Vi siete mai imbattuti in una pagina con testo bianco su fondo giallo? Siete riusciti a leggerne i contenuti? E avete resisitito più di mezzo minuto prima di andarvene? Vi sono siti che sembrano sviluppati su monitor a toni di grigio, noti per falsare terribilmente il contrasto tra i diversi colori. Più probabilmente si tratta soltanto di una questione di buon gusto.

I frames. Sembrano rendere il sito più "navigabile", in quanto è facile realizzare menu sempre evidenti, qualunque sia la pagina visualizzata dal browser. Ma si tratta di un vantaggio apparente: in realtà, il sito risulta destrutturato e si perde la possibilità di guidare il visitatore attraverso percorsi mirati a presentare nel modo migliore le informazioni proposte. Lo dimostrano i siti dedicati al commercio elettronico: qui, dove è di vitale importanza condurre alla selezione e all'acquisto dei prodotti offerti senza concedere troppe distrazioni, i frames si incontrano assai di rado.

Inoltre, il buon webmaster sa bene che i motori di ricerca indicizzano singole pagine. Di conseguenza, esiste la concreta possibilità che, attraverso i links forniti dai search engines, si approdi a pagine prive dei frames a contorno, perdendo così informazioni necessarie alla navigazione del sito: ad esempio, l'indice generale o la mappa del sito stesso.

Le immagini. La grafica è, senza dubbio, una delle caratteristiche che maggiormente hanno contribuito al successo del web. Ma, per un probabile eccesso di entusiasmo, molti siti si riducono ad una accozzaglia variamente (dis)organizzata di immagini: persino il testo viene reso attraverso elementi grafici. Per carità, l'aspetto finale è spesso accattivante. Ma a quale prezzo?

Le immagini sono molto più "pesanti" del testo: il primo scotto da pagare è proprio la velocità di visualizzazione. In un mondo che, nel bene e nel male, ha sempre più fretta, ciò significa perdere potenziali visitatori. Vero è che l'utente italiano, ancora abituato a linee telefoniche che spesso trasportano i dati alla velocità delle diligenze, è più paziente di quello statunitense, disposto ad attendere la completa visualizzazione di una pagina non più di 8 secondi; ma non bisogna dimenticare che, in Rete, le alternative sono a distanza di appena un click.

Non è finita: vi è un'insidia più sottile, riguardante ancora una volta i motori di ricerca. Questi indicizzano principalmente testo, non immagini: una pagina in cui il testo sia largamente sostituito da elementi grafici ha poche probabilità di venire presa in considerazione o, comunque, di venire elencata ai primi posti tra le proposte risultanti da una ricerca. Di conseguenza, si è invisibili a tutti coloro che non conoscono l'indirizzo del sito.

Inoltre, le immagini creano problemi a chi, ad esempio proprio per esigenze di velocità di connessione, utilizzi un browser testuale o disabiliti lo scaricamento delle immagini. Molti siti, in tali condizioni, risultano del tutto inutilizzabili, anche perché molto spesso in fase di realizzazione ci si "dimentica", per evidente pigrizia, che è sempre possibile specificare un testo da visualizzare in alternativa all'immagine.

Non mancano, infine, le implicazioni di carattere sociale: i ciechi e, più in generale, gli ipovedenti, possono utilizzare appositi programmi di sintesi vocale che leggono (letteralmente) il testo contenuto nelle pagine web. E' ovvio che quanto più il testo è rimpiazzato da immagini, tanto minore risulta la fruibiltà del sito con l'ausilio di tali strumenti.

Le animazioni. Se una piccola "gif" animata in un angolino della pagina può essere un particolare simpatico, palline e pupazzetti in movimento, disseminati per ogni dove, finiscono col risultare fastidiosi e sono una noiosa causa di distrazione continua, perché tendono a "catturare l'occhio". Non a caso, molti banner pubblicitari contengono elementi in movimento.

Ma al peggio non c'è limite. Ormai fa tendenza presentare nel proprio sito animazioni di complessità paragonabile a quella di veri e propri filmati, naturalmente con l'appoggio di strumenti quali Flash o QuickTime. Peccato che, per la loro visualizzazione, siano necessari gli appositi "plugins", cioè componenti software aggiuntivi del browser, che devono essere prelevati dalla Rete e installati sul computer. Ancor più peccato che, salvo poche eccezioni, ogni browser abbia bisogno di un plugin dedicato. Ancora più e più peccato che non tutti siano contenti di attendere dieci minuti il completamento del download dei 3 megabyte di un filmato da 40 secondi solo per potersi godere l'introduzione al sito, magari dopo avere perso altri cinque minuti per prelevare e installare il plugin. La regola degli 8 secondi vale anche in questo caso.

I font. Troppi tipi, troppi colori, troppe dimensioni diverse: ci sono siti che sembrano il campionario di una tipografia. Non tutti i browser visualizzano i font allo stesso modo, perciò è facile creare un layout "perfetto" per qualcuno e assolutamente confuso per altri.

Piuttosto, l'utilizzo accorto dei font può costituire un valido aiuto per tutti i visitatori afflitti da problemi alla vista: ma credo di poter dire che, in tutta Internet, i siti che affianchino a quella "normale" una seconda versione per ipovedenti (solo testo e con caratteri ingranditi) si contino sulle poche dita della classica mano.

I cookies. Spesso i cookies (files di testo memorizzati dal browser su richiesta di una pagina web) sono indicati come temibili strumenti di violazione della privacy. Qualcosa di vero c'è, ma nessuno può sbirciare il contenuto dei nostri dischi o la rubrica degli indirizzi email semplicemente per mezzo dei cookies. Tuttavia, molti utenti del web preferiscono disabilitarli: un sito in grado di fare grandi cose basandosi sui cookies, per tutti costoro è un sito inutilizzabile. Un click, e via.

JavaScript e Java. Circa JavaScript, semplice linguaggio che consente di inserire "intelligenza" nelle pagine web, valgono considerazioni analoghe a quelle appena fatte per i cookies. Con una aggravante: l'interprete JavaScript presenta sempre differenze più o meno lievi tra browser e browser e, spesso, anche tra diverse versioni del medesimo browser. Ma quanti si prendono la briga di realizzare pagine davvero portabili su tutti i browsers in circolazione o, almeno sui principali? Sicuramente è più facile inserire nella home page il solito avviso: "Questo sito è ottimizzato per questo o per quel browser". Traduzione: "Chi non lo usa è tagliato fuori". Certo, sono scelte. Ma possono causare qualche disagio a chi non arrivi direttamente alla home page, per esempio grazie a un motore di ricerca: farsi odiare è più facile che farsi amare.

Con Java le cose si complicano ulteriormente. Java è un vero e proprio linguaggio di programmazione, che consente di creare applicazioni che vivono all'interno dell'interprete fornito dal (o a disposizione del) browser. Sotto certe condizioni, esse non pongono problemi di privacy e sicurezza più dei cookies e delle procedure JavaScript, tuttavia sono spesso di dimensioni notevoli e l'interprete (o Java Virtual Machine) può affaticare notevolmente il computer. Il loro utilizzo dovrebbe limitarsi a quei casi in cui è indispensabile effettuare con il browser operazioni che altrimenti non sarebbe in grado di fare (ma quasi sempre possono essere svolte dal server, inviandone al browser il risultato). Purtroppo, accade spesso di constatare che Java viene utilizzato per banalità quali la creazione di pulsanti e perfino per presentare sequenze di immagini (una semplice gif animata, di certo meno "ingombrante", sarebbe più che sufficiente).

I contenuti. Quanti, nel realizzare un sito per sè o su incarico di terzi, si chiedono quali informazioni il visitatore desidererebbe reperirvi? Molti siti aziendali si riducono a meri manifesti pubblicitari; da questo punto di vista appaiono spesso meglio realizzate le pagine personali degli appassionati. Dedicare un poco di cura ai contenuti potrebbe essere di grande efficacia nell'abbattimento di uno dei più gravi problemi del web: la presenza di una mole sterminata di informazioni, che risultano, tuttavia, estremanente disperse e prive di una qualsiasi forma di organizzazione.

Questo articolo CONTINUA...

1 - La ragnatela pirotecnica e i saltimbanchi telematici
2 - Esempi e proposte

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