La privacy a rischio

Su Il Resto del Carlino di giovedì 9 maggio 2002 è apparsa un'intervista molto interessante al nostro Garante della privacy, Stefano Rodotà, condotta da Elena G. Polidori. Sembra che le previsioni che George Orwell aveva espresso nel suo famosissimo romanzo 1984 si siano realizzate in pieno. E non si tratta di chiacchiere.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-05-2002]

Pare che l'11 settembre (avrei preferito evitare di citare tale data, dato il profondo cordoglio circa la confusione delle coscienze...) sia stata solo la goccia che ha fatto traboccare i vasi della privacy. In sostanza, il mondo è pieno di banche dati (contenenti ogni sorta di informazioni che ci riguardano) non perfettamente legali che, purtroppo, sono a disposizione di persone senza scrupoli.

A maggior ragione, in Italia, l'assetto legislativo relativo appare paradossale e non in linea con il resto della normativa comunitaria e mondiale. A tale riguardo, basti dire che nel nostro Paese è consentito conservare le informazioni tutelate per cinque anni, ben oltre il limite annuale previsto dagli altri ordinamenti.

La legge 675 del 1996, i cui propositi sembravano essere quelli di rendere maggiori garanzie ai cittadini e costituire rigide misure di sicurezza, si è rivelata una normativa svuotata dei contenuti e molto simile ad una farsa. Rodotà ne parla come di una "questione democratica", nei confronti della quale il Governo non può più procrastinare attenzione.

Ecco i dati riportati sull'illuminante articolo:
- su Internet, 60.602 siti cookies che catturano informazioni tutelate ad insaputa dell'utente e 30.041 web bugs capaci di monitorare i percorsi individuali di navigazione;
- traffico vocale tramite telefonia fissa, mobile e sms per quasi 500 miliardi di dati;
- eccessivi sistemi di monitoraggio a mezzo di videocamere e sistemi di videosorveglianza per il controllo a distanza del personale;
- massiccia presenza di dati non autorizzati presso enti finanziari, bancari ed assicurativi;
- mancanza di una adeguata normativa restrittiva per televisione e giornali nei confronti dei minori, persone coinvolte in procedimenti giudiziari o affette da particolari patologie (cd. dati sensibili).

Si ritiene altresì che il pubblico non sia stato guidato a sufficienza nel considerare la non remota possibilità di inoltrare reclamo presso il Garante oppure rivolgersi direttamente all'autorità giudiziaria contro le violazioni della privacy, come previsto dall'art. 29 della l. 675/96. Nel 2001 sono stati soltanto 3.661 i reclami al Garante e, nel 2002, la cifra non è poi salita di molto, arrivando ad appena 4.295.

Date le dure sanzioni previste (fino a due anni di pena, risarcimento dei danni patrimoniali e morali, oltre alle sanzioni amministrative), è forse giunto il momento di usare un occhio di riguardo per le possibili violazioni perpetrate a nostro danno e, nell'eventualità, ostacolarle.

Per una consultazione diretta e di facile lettura della legge sulla privacy ecco l'indirizzo.

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