In un servizio sul Cyberterrorismo pubblicato da Panorama si cita il noto sito di controinformazione Indymedia. Il rischio è quello che si associ libertà di critica nella Rete a terrorismo: un'operazione inaccettabile.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-08-2002]
Nel numero del 15 Agosto il settimanale pubblica un'inchiesta sulla possibilità che la prevista ripresa del terrorismo "rosso", in concomitanta ad un autunno caldo e ricco di tensioni e conflitti sociali, abbia un nuovo fronte: la Rete. Secondo il settimanale i nuovi terroristi delle "nuove Br" (l'articolo si intitola "C'è posta per le Br") si servirebbero di siti, anche porno, e di e-mail per tenere i contatti e le fila dell'organizzazione e per farsi propaganda.
Nell'articolo viene citato anche il sito Indymedia, considerato uno siti più autorevoli e seguiti dell'area che possiamo definire No Global, collegato a una catena internazionale di siti, organi di stampa, radio indipendenti e alternative: vengono inserite immagini del sito accanto al titolo e viene, quindi, indicato, implicitamente, un legame tra Web dei No Global e terrorismo on line.
Indymedia, molti lo ricorderanno, ha permesso, anche con il sacrificio personale di suoi collaboratori, di avere dei fatti della Genova del G-8 la versione non ufficiale che è poi stata riconosciuta come valida anche dalle indagini giudiziarie in corso.
L'azione di Indymedia, il net-attivismo, non possono essere confusi con il terrorismo, cyber o no che sia. Chi non è d'accordo con il movimento No Global, chi non condivide tesi e contenuti di organi della cosidetta controinformazione, deve contrastarli con gli argomenti e la forza della critica ma non può accusarli di essere violenti o contigui con il terrorismo. Non sarà con la criminalizzazione del dissenso sociale e politico che si riuscirà a lottare ed a vincere contro terrorismi e violenze di ogni colore. Sarebbe corretto che ora i giornalisti di Panorama proponessero un'indagine, critica dal loro punto di vista, per spiegare e far capire ai lettori che cosa è e cosa non è Indymedia.
Non staremmo parlando di questo se Panorama non fosse uno dei settimanali d'attualità più seguiti in Italia, forse il primo in assoluto dopo Sorrisi e Canzoni Tv. Dopo essere stato, insieme a L'Espresso, negli anni '70 il settimanale simbolo della sinistra d'opposizione ai governi Dc, al centro di molte campagne che facevano emergere scandali e corruzione, è stato comprato dalla Mondadori di Silvio Berlusconi. Oggi è diretto da Carlo Rossella, il giornalista che Berlusconi avrebbe voluto al vertice della Rai, vi scrive Giuliano Ferrara, e non nasconde affatto il suo orientamento di giornale pro-Casa della Libertà.
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