I patent troll sono sempre più attivi: muoversi sul filo della legalità pare essere un'attività poco costosa ma molto remunerativa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-12-2012]
Secondo uno studio americano realizzato da Colleen Chien, i cosiddetti patent troll (in italiano troll dei brevetti) sono all'origine di oltre il 60% delle cause intentate nel 2012 per violazione di brevetto: almeno il doppio rispetto a due anni addietro.
Ma chi sono i patent troll? Semplificando molto, sta nella definizione chiunque si prefigga di trarre un utile dal brevetto che possiede non attraverso gli ordinari procedimenti produttivi di beni e servizi da immettere sul mercato, ma unicamente monetizzando il proprio diritto di esclusiva.
Ciò può avvenire sia mediante cessione ad altra impresa sia intentando una causa civile per danno contro tutti coloro che vantano soluzioni innovative del tutto simili, o pretese tali.
Ovviamente il progresso tecnologico si presenta oggi assai distribuito e facilmente modificabile migliorabile, tanto che anche per i tecnici spesso è arduo discernere sino a dove arrivi la pedissequa copiatura e dove effettivamente modifiche e miglioramenti abbiano consentito la realizzazione di un prodotto innovativo rispetto all'esistente.
Così è divenuto estremamente facile cercare di trarre, per amore o per forza, una qualche utilità da un brevetto posseduto, sia concedendo royalty sia intentando causa; e non è da credere che le imprese di maggiori dimensioni siano le piu esposte o le più colpite, nonostante siano spesso le sole agli onori della cronaca.
Ultimamente, poi, il bubbone si va allargando e minaccia di divenire un vero e proprio tumore dell'economia, determinandone difficoltà di crescita allo stesso modo di una qualsiasi azione che provochi turbative nel mercato.
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Fortunatamente riconoscere i troll dei brevetti non è troppo complicato: molte delle società detentrici dei brevetti in qualità di gestionarie e non di utilizzatrici finali stanno venendo scoperte per quello che sono in realtà, e si sta cominciando anche a denunciarne gli abusi.
Per trovare un patent troll basta considerare due semplici parametri statistici: la ricorsività delle cause intentate dai medesimi possessori di brevetto e i destinatari delle richieste di danno, assai spesso delle start up, che sono poi le più vulnerabili perché in genere dotate di scarsi mezzi finanziari che non permettono grandi battaglia giudiziarie.
Statisticamente, nella maggioranza dei casi durante una lite legale di questo tipo non ci si presenta neppure davanti a un giudice che decida sulla fondatezza della doglianza, ma si conclude tra le parti un accordo finanziario col vincolo di massima segretezza: ciò ovviamente avviene affinché il prossimo querelato non abbia parametri di riferimento e si accontenti del minor danno stimato, cioè di assoggettarsi al ricatto piuttosto che difendere i propri diritti davanti al magistrato.
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