L'irrisolvibile anomalia di Wind

Che fine farà la Wind che Enel vuole cedere? E' possibile l'acquisto da parte di Albacom?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-01-2003]

Marco De Benedetti, giovane e brillante Amministratore Delegato della Tim, ha definito in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" il suo diretto concorrente Wind come un'anomalia, perché le sue tariffe non sono sottoposte a controlli (si riferiva all'ultima generosa offerta per i clienti che lasciano Tim o Vodafone per passare al gestore di proprietà dell'Enel) e perché lo Stato ne è il proprietario.

L'intervista è pervasa, tra l'altro di avversione nei confronti della concorrenza: non solo Wind è un'anomalia - forse perché ha già battuto Tim in fatto di MMS passati per le sue reti - ma sbaglia anche il Presidente dell'Antitrust Tesauro a chiedere una riduzione delle tariffe da fisso verso mobile del 35% (anche così costerebbero sempre un bel po' di più da quelle da mobile a mobile); persino l'Oftel inglese che ha appena deciso un taglio del 15% è in torto, i consumatori italiani dovrebbero accontentarsi di una riduzione del 3,5%.

Non mi stupirei se alla fine del suo mandato il buon Tesauro non venisse riconfermato alla guida dell'Antitrust: troppi nemici e troppo potenti, dalle assicurazioni alle società di telefonia mobile. Su un punto però ha ragione De Bendetti: la presenza dello Stato in Wind-Infostrada è da rivedere.

Chi vuole rivederla è già il proprietario della maggioranza di Wind, cioè l'Enel, che ha intenzione di concentrarsi sul business dell'energia elettrica e rinunciare ad ogni avventura telefonica. L'altro azionista di minoranza, cioè France Telecom, ha troppi grattacapi a casa sua, con un fortissimo indebitamento e non vede l'ora di uscire da Wind.

Che Wind abbia il fiato corto lo dimostrano le continue minacce dei suoi dirigenti di non investire più sulla liberalizzazione dell'ultimo miglio, di non accettare più abbonati che si vogliano sganciare dal canone Telecom Italia, se non verranno ridotte le tariffe di interconnessione con la rete Telecom Italia e il canone di affitto delle linee che Wind deve sempre pagare a Telecom Italia. Per Wind ormai è una questione di sopravvivenza e i suoi dirigenti non lo nascondono più.

Chi potrebbe entrare in Wind, rilevando la quota dei francesi, e magari un pezzo di quella dell'Enel? In questi giorni si sta parlando con insistenza del possibile ingresso di Albacom, la società controllata dagli inglesi di BT insieme a Mediaset, in Wind con la creazione di un polo ancora più forte nelle Tlc italiane, in cui la buona posizione di Albacom sul mercato business si integrerebbe con quella importante di Wind-Infostrada in quello residenziale e in Internet.

Questa soluzione presenta più di un aspetto problematico: il primo è rappresentato dal fatto che finora, Mediaset è stata più interessata a pesare in Telecom Italia, dove tra quote ufficiali, altre non conosciute, e amici fidati come Gnutti, controlla, si dice già intorno al 6% e forse più.

A questo primo conflitto di interessi si aggiunge un secondo più grave, come quello rappresentato dal fatto che un'azienda di proprietà, anche del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi diventerebbe socia in un'impresa con l'Enel, società pubblica controllata dallo stesso Presidente Berlusconi che ne ha nominato, recentemente, il vertice.

Tanto per complicare le cose le azioni verrebbero vendute da France Telecom, un'azienda controllata dal Governo francese, espresso da una maggioranza di centrodestra affine a quella italiana. Infine, ad esprimersi su un eventuale acquisto di azioni Wind da parte di Albacom e su una eventuale fusione Albacom-Wind dovrebbe essere il commissario all'Antitrust europeo Mario Monti, nominato da Berlusconi e vicino al suo partito, e Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea, possibile avversario del Cavaliere nelle prossime elezioni nazionali.

Certo l'idea di essere presente anche nella telefonia ha sempre affascinato l'uomo di Berlusconi al vertice di Mediaset, Fedele Confalonieri, e lo stesso Premier con la possibilità di straordinarie sinergie nella produzione di contenuti multimediali e nella pubblicità tra Mediaset, che dispone della Mondadori e delle reti televisive e la nuova Albacom, mentre Telecom Italia ha solo meno del 5% dello share televisivo italiano con La7 e non possiede giornali.

Un'ipotesi del genere però, produrrebbe uno sconquasso senza vie di uscita nei rapporti tra maggioranza ed opposizione e all'interno della stessa maggioranza, lo spettro di un regime si farebbe più concreto, la legge sul conflitto di interessi che il Governo vuole approvare sarebbe solo una foglia di fico. Berlusconi si spingerà davvero fino a tanto?

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (4)

Casella Dodici
L'irrisolvibile anomalia di Wind Leggi tutto
13-2-2003 10:00

Roberto
senza pudore Leggi tutto
12-2-2003 18:29

Daniele
Il dilemma Wind Leggi tutto
12-2-2003 12:09

Anton
L'irrisolvibile anomalia di Wind Leggi tutto
10-2-2003 20:29

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