I televisori intelligenti possono registrare parti delle conversazioni e inviarle all'azienda.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-02-2015]
Se avete intenzione di passare una tranquilla serata davanti alla televisione, fate attenzione a quello che dite: il televisore, infatti, vi ascolta e registra le vostre parole.
Fino a oggi, quella della Smart TV spiona poteva passare per una leggenda metropolitana alimentata dal proliferare di elettrodomestici sempre più "intelligenti", ma adesso le cose sono cambiate: è Samsung stessa, uno dei maggiori produttori di televisori, a confermare che si tratta di realtà.
A scoprirle è stato inizialmente il sito The Daily Beast scorrendo la policy sulla privacy relative alle Smart TV di Samsung in grado di connettersi a Internet e di rispondere ai comandi vocali.
Nel paragrafo intitolato Riconoscimento vocale si può infatti leggere: «Tenete presente che, qualora le parole pronunciate includano informazioni personali o sensibili, tali informazioni saranno comprese tra i dati acquisiti e trasmessi al fornitore esterno, per il fatto che l'utente impiega il Riconoscimento Vocale».
Insomma: attenzione a quello che dite davanti al televisore perché qualcun altro - di cui non vi sveliamo l'identità - riceverà le registrazioni.
Il motivo di tale comportamento è spiegato nella frase precedente: «Samsung potrà, inoltre, raccogliere - e il dispositivo potrà acquisire - i comandi vocali e i testi associati in modo da fornire, valutare e migliorare le funzionalità di Riconoscimento Vocale».
A ben pensarci, non è una pratica tanto inedita: molti software (tra cui alcuni browser molto diffusi, per esempio, come Chrome o Firefox) invita l'utente ad acconsentire all'invio di informazioni al produttore, così da permettere lo studio di eventuali malfunzionamenti e di migliorare le versioni successive.
Con buona probabilità, quindi, le registrazioni servono al fornitore del servizio di comprensione dei comandi vocali per migliorare il proprio software.
C'è tuttavia una bella differenza tra le informazioni tecniche che può raccogliere un browser dal sistema e le registrazioni di spezzoni di conversazioni captate dal televisore. E ovviamente gli utenti saranno per lo più ignari di ciò, dato che quasi nessuno legge le policy.
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La trasmissione di certe frasi è d'altra parte inevitabile perché la traduzione dei comandi vocali più complessi non avviene certo all'interno del televisore ma viene fatta dai server dell'azienda, esattamente come capita con gli assistenti virtuali quali Siri o Cortana; è chiaro quindi che, se si vogliono adoperare certe funzioni, la rinuncia a controllare una certa parte della propria privacy è sostanzialmente obbligatoria.
Il vero problema, insomma, sta forse nel fatto che gli utenti non sono informati in maniera più chiara di tutto ciò, in modo che possano decidere con consapevolezza.
Non appena la notizia di questo comportamento dei televisori s'è sparsa, Samsung ha rilasciato un commento ufficiale in cui in sostanza afferma che, se l'invio delle registrazioni dà tanta noia, l'utente può anche smettere di usare il riconoscimento vocale e tornare al telecomando. E se ancora non basta può fare a meno di usare il Wi-Fi col televisore (e rinunciare quindi alle funzioni Smart).
Per la precisione, la comunicazione dice: «Samsung prende molto sul serio la privacy dei consumatori. In tutte le nostre Smart TV adottiamo sistemi di sicurezza e pratiche che sono standard nell'industria, compresa la crittografia dei dati, per tenere al sicuro le informazioni personali dei consumatori ed evitare la loro raccolta o l'utilizzo non autorizzato».
«Il riconoscimento vocale» - continua la nota dell'azienda - «che consente all'utente di controllare la TV usando comandi vocali è una caratteristica delle Smart TV Samsung che può essere attivata o disattivata dall'utente. Il proprietario del TV può anche scollegare la TV dalla rete Wi-Fi».
Samsung ha inoltre specificato che il «fornitore esterno» altri non è che Nuance Communications, azienda che da tempo sviluppa software per il riconoscimento vocale, e che le registrazioni ad essa inviate servono proprio per quei fini di miglioramento del servizio di cui parlavamo.
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