Ormai la vicenda di IPSE 2000 volge al termine ma gli spagnoli di Telefonica potrebbero tornare sul luogo del delitto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-07-2003]
I vincitori delle licenze UMTS in Italia sono stati 4: la Tim che potrebbe iniziare il prossimo anno con le trasmissioni del telefonino di terza generazione e così i loro concorrenti di Vodafone, la Wind che al momento sembra più interessata all'i-mode, H3G che è l'unica a sfruttare già la sua licenza con 100.000 clienti che si possono guardare con i suoi videofonini.
C'è poi IPSE 2000, un consorzio per gestire la telefonia mobile UMTS che aveva tra i suoi maggiori fondatori il primo gestore telefonico spagnolo, cioè la Telefonica, Atlanet, che è la società telefonica di Fiat, l'Acea che è la società elettrica municipale del Comune di Roma che, a sua volta, è socia di Fiat in Atlanet.
IPSE 2000 ha avuto una storia travagliatissima ed oggi è sul punto di essere praticamente liquidata: sono state avviate le procedure per la mobilità di 109 dipendenti su 122, tutti quelli rimasti dopo i molti "convinti" a lasciare l'azienda: tutti tecnici informatici e delle Tlc di grande professionalità, poichè l'azienda non è mai andato oltre al livello di start up.
Oggi i lavoratori, che hanno messo su il sito Ipsedosmil, dove si può rileggere nei dettagli la loro storia e la loro lotta tuttora in atto, chiedono che venga revocata la licenza UMTS, per evitare che venga venduta senza prima dar loro precise garanzie occupazionali, almeno, come quelle che ricevettero i lavoratori di Blu nell'occasione dello smembramento della loro azienda.
Il fallimento dell'iniziativa di IPSE 2000 non è legato solo alle difficoltà di Atlanet, legate alla crisi Fiat, al disinteresse del Comune di Roma e della sua Acea, che, oggi, però, bisogna dirlo non dimostra una grande sensibilità sociale per i lavoratori, nonostante sia governato dal CentroSinistra, per le Tlc, un interesse condiviso da tutti i Comuni ma anche da un'altra azienda elettrica come l'Enel che ha dato vita a Wind ed, oggi, non sa come sbarazzarsene.
Il primo socio a defilarsi dall'affare è stato il maggiore: gli spagnoli di Telefonica che hanno rinviato gli investimenti per l'UMTS nella stessa Spagna e si sono ritirati anche da altri Paesi, dove si erano aggiudicati le licenze UMTS oltre che da questo Consorzio.
Telefonica tra i big delle telecomnicazioni europee è quello che gode di salute migliore, con molti meno debiti di Telecom Italia e con moltissimi di meno di Deutsche Telekom e France Telecom, non a caso si parla spesso, con insistenza, di un suo possibile interesse ad un'acquisizione, tramite Opa (magari neanche ostile) di Telecom Italia, che oggi, dopo la fusione con Olivetti è più facilmente esposta a scalate, come si dice, è più "contendibile".
Telefonica in Spagna ha recentemente varato un consistente piano di riduzione del personale, nonostante non abbia difficoltà finanziarie, e non ha avuto problemi a scaricare tranquillamente IPSE 2000 e i suoi dipendenti, c'è da chiedersi cosa potrebbe succedere all'occupazione nel Gruppo Telecom Italia se davvero gli spagnoli volessero tornare sul luogo del delitto.
Per bloccare l'operazione di fusione Deutsche Telekom con Telecom Italia il Governo italiano minacciò l'uso della cosidetta "golden share" che gli dava diritto di veto in caso di cambiamenti di proprietà: il Governo italiano non avrebbe potuto accettare il passaggio di un'azienda italiana sotto il controllo di un'azienda straniera, anche se europea, a sua volta controllata da uno Stato straniero, come era per DT di proprietà del Governo tedesco, non essendo tuttora stata completamente privatizzata.
Si trattava allora per il Governo D'Alema di favorire l'italiano Colaninno, ma se Telefonica tentasse la scalata di Telecom Italia non solo non si intravedono italiano che abbiano voglia e siano in grado di comprarsela in alternativa, ma la stessa golden share secondo il Commissario Antitrust europeo Mario Monti dovrebbe essere abolita e, comunque, Telefonica è un'azienda a stragrande maggioranza di privati.
Un eventuale no del Governo a Telefonica ci porterebbe ad una crisi senza precedenti con l'Unione Europea e ad uno scontro Berlusconi-Aznar, perché il secondo non potrebbe tacere su uno sgarbo fatto ad una delle più importanti aziende spagnole.
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