Flipper Zero non è un gadget per “hackerare tutto”.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-02-2024]
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Flipper Zero non è un gadget per “hackerare tutto”
Il Flipper Zero è nato con lo scopo specifico di dare agli hobbisti e agli appassionati uno strumento semplice e ragionevolmente economico per studiare il modo in cui funzionano i sistemi di trasmissione di dati, sempre più presenti nelle nostre vite, dagli RFID agli NFC al Bluetooth al Wi-Fi, e per capire se i prodotti che acquistiamo sono realmente sicuri e ben progettati.
Se una tessera elettronica o una chiave di un'auto o una serratura elettronica sono attaccabili con un dispositivo di base come un Flipper Zero, il problema non è il Flipper Zero: è il fabbricante della tessera, auto o serratura, che sta usando tecnologie obsolete e insicure, vecchie di venti e più anni nel caso delle auto, e continua a farlo perché nessuno ha modo di accorgersene.
Smascherare questo approccio incosciente alla sicurezza è un gesto socialmente utile, e impedire agli appassionati e agli studenti di imparare la vera sicurezza rendendo difficile l'accesso a dispositivi come Flipper Zero non fa altro che frenare i ricercatori di sicurezza informatica e le persone ben intenzionate che vorrebbero diventare ricercatori di sicurezza, mentre i malviventi continuano ad agire indisturbati usando tutt'altre apparecchiature.
Siamo insomma ancora una volta di fronte a un caso di quello che gli esperti chiamano security theater o "teatrino della sicurezza": un problema preoccupa l'opinione pubblica, che quindi chiede che la politica faccia qualcosa, e la politica risponde facendo qualcosa, preferibilmente qualcosa di costoso e vistoso, che in realtà non risolve affatto il problema ma dà l'impressione che qualcosa sia stato fatto. Tutti sono soddisfatti, ma il problema rimane.
Se state pensando che questo modo di fare non si applica solo all'informatica, avete perfettamente ragione. Il termine security theater fu infatti coniato dall'esperto di sicurezza Bruce Schneier nel 2003, per il suo libro Beyond Fear, non per questioni informatiche, ma per descrivere alcune misure di sicurezza aeroportuale introdotte dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Ma questa è decisamente un'altra storia.
Fonti aggiuntive: El Pais, Ars Technica, Quotidiano Motori.
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