Cantico di Natale - la Rete festeggia la sconfitta della BSA

Il compilatore C++ oggi può aspettare. Oggi si fa festa. Oggi è un grande giorno. Lo spot della BSA è ingannevole, dice il Giurì. L'odioso spot non può più essere trasmesso.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-12-2000]

Ricevo da Emmanuele Somma, il primo a presentare denuncia al Garante per l'odioso spot BSA, la seguente mail:

Ciao,
Ricevo dall'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e rendo pubblica la decisione del Giurì. E' anche responsabilità tua girarla e postarla dovunque, dandole la massima pubblicità possibile.
Roma, 14/12/2000 - Il Giurì ha condannato lo spot pubblicitario della BSA come pubblicità ingannevole e per lo sfruttamento di credulità e paura. La BSA non potrà mai più usare lo spot in questione.
Emmanuele Somma
esomma@ieee.org

ed in particolare ecco dove i nostri hanno fatto male i loro conti:

Art. 2 - Pubblicità ingannevole
La pubblicità deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche e gli effetti del prodotto, il prezzo, la gratuità, le condizioni di vendita, la diffusione, l'identità delle persone rappresentate, i premi o riconoscimenti.

Art. 8 - Superstizione, credulità, paura La pubblicità deve evitare ogni forma di sfruttamento della superstizione, della credulità e, salvo ragioni giustificate, della paura.

Seguono altri dettagli, ma sto già eseguendo compicate evoluzioni rituali di festeggiamento - Danza Neogotica di Giullare Ubriaco, direbbe il Reverendo - e corro in cantina a cercare quella cassa di bottiglie di Dom Perignon del 1964 che mi ha regalato John Wayne quella volta. Ci stiamo avvicinando alle feste, di brindisi ne faremo molti; io personalmente mi occuperò di celebrare una vittoria importante. Grazie Emmanuele.

Poi mi capita di leggere un articolo anonimo su ZEUS News, che mi colpisce in particolare in un punto del quale riporto testuali parole: "eventuali perdite per fraudolenta copiatura possono aversi solo per il software attualmente presente nei negozi."

Per Giove, potrà essere un concetto semplice, ma non ci avevo mai pensato a fondo. Lo scenario illustrato dall'Innominato Autore, che prende il via dalle "solite" considerazioni sul diritto di autore, ha una sua coerenza interna, della quale avevo personalmente catturato solo una faccia della medaglia.

Mi spiego: da una parte c'è il matrimonio/combutta tra MicroSo*T e Int*l ( sostituite opportunamente gli asterischi ) ove ognuno dei due aiuta l'altro - maggiori prestazioni, più memoria, sistemi operativi più affamati, quindi ancora maggiori prestazioni e via cosi. Risultato: chi vuole rimanere aggiornato ogni sei mesi deve aprire lo scatolotto elettronico e cacciarci dentro nuove schede, nuovi dischi etc, fino al momento di buttare via tutto perché è arrivata la Nuova Generazione.

Per carità, non ho nulla da dire. Non so bene se sia completamente grazie a queste leggi di mercato che i nostri scatolotti elettronici sono diventati supercomputers nel giro di cinque anni. Ma sicuramente hanno dato una mano. Mi sono occupato, tra le altre cose, di Realtà Virtuale e so che razza di belve ci vogliano per certe applicazioni. Beh, ora quelle belve ce le abbiamo in casa e questa è una Buona Cosa. Ma io, come tanti, sono un caso limite: molti di voi, là fuori, scommetto sarebbero felici di avere un computer affidabile con il quale fare cose ben più tranquille. Leggere la posta, scrivere delle lettere, fare dei conti non troppo complicati, matenere un bilancio familiare, andare in giro per Internet senza dover attendere ere geologiche.

E allora come la mettiamo con voialtri? Come facciamo per obbligarvi a comprare l'ultimo computer superfico con il processore Ottium e la scheda grafica da ottantamiliardidipoligonialsecondo? Semplice: primo, vi rendiamo tutti incompatibili il più possibile. Ad ogni nuova release cambiamo i formati dei files e tutti gli standard possibili e immaginabili, dotando le varie applicazioni di claudicanti compatibilità all'indietro. Non che sia impossibile scambiarsi i dati, per carità, ma che come minimo facciate un po' di fatica.

Secondo, ritiriamo dal mercato il vecchio software. Diciamoci la verita: a quanti di voi potrebbe andare benissimo un computer W95 con Word 2.0, se non fosse che poi gli altri non riuscirebbero a leggere i vostri documenti e le vostre mail, voi non riuscireste a vedere correttamente i siti internet e ogni tentativo di installare software aggiornato come l'ultima versione di Explorer o Netscape sarebbe fonte di horribile dolore? A molti, immagino. Ma quella roba non la vendono più. E se la copiate siete teoricamente fuorilegge... ma esaminiamo meglio questo ultimo concetto.

Davvero mi piacerebbe, come fa notare sempre questo Innominato dal quale sto attingendo a piene mani, sapere se le cifre astronomiche che Mamma Microsoft segna nella colonnina delle perdite, dicitura "software copiato", si riferiscano tutte e solo a software tuttora in vendita o meno. Se così non fosse, intravedo un interessante problema legale. Se io copio oggi Windows 95 io non procuro nessun danno a Microsoft, perché comunque loro da Windows 95 ormai di soldi, non vendendolo, non ne prendono più. Non sono quindi passibile di aver apportato con la mia azione un mancato guadagno, poiché ormai Windows 95 è un non-prodotto.

Ok, la tecnologia di W95 è confluita nei suoi successori, per cui una possibile linea di attacco potrebbe essere: copiando W95 in realtà tu copi una versione particolare di Windows 2000, attualmente in commercio. La risposta è che fino a quando non mi fanno vedere i sorgenti non ci credo che in W2000 ci sia della "tecnologia" di W95. Ok, una battutaccia. Ma questa è una delle poche mosse che mi viene in mente. Penso di dover lavorare ancora un po' prima di potermi firmare Perry Mason.

Qui si innesta poi una digressione sul concetto di Diritto d'Autore, che dimostra come ci sia molta confusione nella testa della gente ( nella mia in particolare, ma io, come Jango Edwards, sono pagato per essere confuso ). Prima di tutto voglio far notare che quello che viene chiamato in lingua anglofona Copyright è erroneamente (a mio modesto parere, che peraltro condivido - Bergonzoni) chiamato e tradotto Diritto d'Autore, anziché Diritto di Copia.

Non voglio addentrarmi nella giurisprudenza, non ne ho titoli o cultura sufficiente, ma spero e prego che eventuali giuristi che leggano queste mie farneticazioni vogliano aggiungere qualcosa. Quello che è evidente è comunque il fatto che copiando Windows 95 io infrango i diritti di copia, mentre non tento certamente di spacciarmi come autore dello stesso. In inglese funziona: infrango il copyright. In italiano no: infrango i diritti di autore, almeno nel "parlato comune". Non va bene. Urge una chiarificazione.

Il diritto d'autore include i diritti di copia secondo la giurisprudenza italiana? Una cosa sono i diritti di copia, l'altra è la proprietà intellettuale; penso che dovrebbero essere fatte delle ben precise distinzioni. Se volete, chiamate tutto globalmente "diritto d'autore", ma dite chiaramente qual'è il motivo per cui copiare software è illegale e soprattutto fateci capire se sono previste pene diverse per queste due azioni - copiatura e usurpazione della proprietà intellettuale - radicalmente diverse tra loro.

Bene, finalmente sento le voci pro-Microsoft: "Non ti obbliga nessuno a usare quei prodotti. Arrangiati." Esatto. Adesso, finalmente, forse il momento di arrangiarci è arrivato davvero, visto che adesso possiamo farlo con Linux, StarOffice e la compagnia bella di tutto l'Open Source. E stiamo persino cominciando ad alzare la testa, a guardarci intorno e a renderci conto di come gira veramente il mondo. Voi, intanto, cominciate a toglierci dalle scatole quello spot del cacchio. Grazie. E Buone Feste. Tanti crash di sistema anche a voi.

PS: In quanto autore di questo pezzo io, Aaron Brancotti a.k.a. Babele Dunnit, rinuncio ai diritti di copia (Copyright) sullo stesso, rendendolo liberamente duplicabile e ridistribuibile su ogni mezzo elettronico, cartaceo e per via orale, in toto o in parte, senza che a me sia dovuto alcunché e purché di questo pezzo vengano rispettati la dignità e proprietà intellettuale, ovvero purché in seguito a tagli e/o modifiche non ne venga alterato il significato e che nessuno dichiari di esserne autore in mia vece. Inoltre ringrazio l'Innominato Autore citato nel testo per gli ottimi spunti.

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