Primo film: i botti di capodanno

Ho avuto modo di passare la notte di capodanno in due situazioni differenti, osservandone una terza, e questo mi ha dato modo di intuire una uguaglianza ed una differenza. In entrambe le situazioni si festeggiava collettivamente il passaggio da un anno (alcuni dicevano un millennio) ad un anno (o millennio) diverso. I fattori che univano le tre situazioni erano dunque un sentimento di cambiamento e di evento collettivo. Che questo stesse avvenendo realmente non era soggetto a discussione, il sentimento che si viveva era quello descritto prima. Ovvero il sentimento esisteva. Poi ho provato a riflettere e mi sono reso conto che pur presente in entrambe le situazioni il sentimento era, a seconda dei casi, differente.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-01-2001]

SCENA TRE

La terza situazione, quella osservata, era lo scenario che da un punto di vista favorevole si aveva delle colline e del centro di Firenze: uno spettacolo di fuochi d'artificio che esplodevano in cielo con molta luce e forti botti.
Lo spettacolo era veramente "bello" a vedersi, qualcosa che provocava la voglia di agire e partecipare, ma di fatto era uno spettacolo cui si assisteva pensando a quanto dovevano costare quei bei botti e che di fatto non si sarebbe mai potuto essere in grado di fare anche noi uno spettacolo così bello.
Il sentimento era di ammirazione, ma ottenebrato da una frustrazione di non partecipazione.

SCENA DUE

Dalla nostra posizione abbiamo provato a fare il nostro "piccolo spettacolo". Qualche girandola, fontana e piccoli petardi sono stati inscenati su una terrazza con una successione programmata ed un "piccolo spettacolo casalingo" che provocava grandi applausi e felicità, sebbene l'occhio sfuggisse verso le luci in lontananza o il suono fosse ottenebrato da botti ben più grossi che scoppiavano lontano.
Il sentimento era di felicità e partecipazione, ma ottenebrato da una rivalità con qualcosa di più spettacolare in lontananza, mista alla sensazione che il soggetto fossero più i petardi che non le nostre esistenze unite in una stanza.

SCENA UNO

Ad una certa ora ci siamo spostati in casa di cari amici. Nella stanza dove si era non si vedevano ne si sentivano botti. L'unico spettacolo era una candela sulla tavola, della musica reggae ed un emozionato tintinnio di bicchieri quando abbiamo scambiato un brindisi.
Eppure il sentimento era di gioia, di grande fratellanza, di vite condivise, di storie che vivevano insieme quel passaggio in un nuovo millennio confrontandosi e incontrandosi sui giudizi e le passioni.
Tutto ciò mediato dalla soffusa luce della candela e della tenue musica reggae.
C'era stato anche un piccolo dono dal nepal, un cerchietto, che ho lasciato nella tasca del giaccone davanti al cuore, con pochi segni che, si dice, portino fortuna.

Tommaso Tozzi
Presidente Ass. Cult. "Strano Network"
Docente di "Teoria e Metodo dei Mass Media", Accademia di Belle Arti di Carrara
Docente di "Teoria e Metodo della Sceneggiatura Multimediale", Master sulla Multimedialità, Rai e Università di Firenze
Via XXIV Maggio 14 - 50129 - Firenze - Italy
Tel/Fax: 055-485996

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