Terzo film: il Netstrike (la risoluzione)

Ci possono essere, tra gli altri, due modi differenti di far sentire la propria voce in Internet, negandone un terzo. In entrambe le esperienze si tratta di esprimere un consenso intorno ad una questione. Ciò che unisce le tre situazioni dovrebbe dunque essere il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali ed il sentimento ad essi relativo. Il sentimento è reale ed in ognuna delle tre situazioni è presente, ma riflettendoci ci si rende conto che a seconda dei casi è differente.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-01-2001]

SCENA TRE

La terza situazione, quella negata, è una forma del fare informazione in cui sussiste il principio della delega. Una situazione in cui le nostre opinioni sono espresse e se ne rendono portatori alcuni, anziché noi stessi in prima persona.
E' il mondo attuale dei media; un mondo in cui nonostante un modo di creare notizie altamente professionale si ha un limite nella mancanza di autodeterminazione degli obbiettivi del fare informazione da parte del cittadino del mondo. Uno scenario estremamente costoso e complesso al punto da rendere praticamente impossibile la possibilità di parteciparvi come soggetto anziché oggetto della comunicazione.
Il sentimento è di seduzione, ottenebrato da una frustrazione di non partecipazione.

SCENA DUE

Dalla nostra posizione abbiamo provato a creare la forma del "netstrike", per provare a fare informazione e dare voce alla protesta con strumenti "poveri" e "partecipativi". Qualche corteo telematico è stato inscenato dai muri di casa propria, con la propria linea del telefono, in un susseguirsi di scioperi globali che provocava in noi grande gioia e felicità, sebbene i nostri eventi fossero ottenebrati dal martellante incedere degli avvenimenti sociali, politici ed economici e di un'incessante campagna di disinformazione a livello mediale.
Il nostro sentimento era di felicità e di partecipazione, ma ottenebrato da una rivalità con la "società dello spettacolo", misto ad una mia personale sensazione che potesse esserci il rischio che il soggetto dell'azione della protesta non fosse quello di riuscire attraverso un evento simbolico a creare consenso di massa, bensì ci si riducesse ad avere come obbiettivo quello di far si che l'evento netstrike bloccasse per un'ora il sito colpito.

SCENA UNO

L'evento netstrike è un atto simbolico e di fatto non ha nessun valore che il sito venga effettivamente bloccato.
Ciò che ha valore è qualcosa che sta da qualche altra parte: ha valore la presa di coscienza da parte del maggior numero di persone possibile intorno a questioni nodali. Ha valore che tale presa di coscienza sia talmente alta e condivisa da sentirsi in dovere di passare almeno un'ora del proprio tempo a protestare con un mouse contro tali questioni.
E' essenziale che vi sia partecipazione. Non è essenziale che il sito venga bloccato.
E la partecipazione ha poco a che fare con il netstrike in se, ovvero con l'evento di un'ora.
E' in altri tempi ed in altri luoghi che è essenziale lavorare.
Non ha senso passare ore a ipotizzare la realizzazione di un software che aumenti l'ingombro di banda, anzi ritengo ciò qualcosa di mistificante, non alla portata di tutti, scorretto e da evitare.
Ciò che serve è una pratica "sincera" e "facile".
Non servono "trucchi" quando si è dalla parte della ragione.
Serve una pratica che ribalti i meccanismi della delega e che renda ognuno attore sociale fornendogli la possibilità di partecipare in prima persona su questioni nodali.
Il netstrike è dunque un evento simbolico e tale deve rimanere. Un evento di un'ora su cui non vale la pena perdere tempo a prepararlo.
E' invece fondamentale investire il massimo delle proprie energie a sensibilizzare il maggior numero di persone coinvolgendole nell'evento. E' fondamentale che la notizia circoli e che la questione sia discussa nel maggior numero di luoghi possibili.
Il netstrike reale non è verso il sito, ma verso altrove. Il netstrike è verso il circuito dei media che deve essere costretto a presentare la notizia per far sì che se ne discuta.
E' fondamentale investire il proprio tempo nel far circolare la notizia e nel trovare corrispondenza negli altri rispetto ai nostri assunti.
L'obbiettivo non è bloccare un sito per un'ora, anzi se ciò non succede è forse meglio. L'obbiettivo è la costruzione di un mondo migliore e questo in ogni luogo ed in ogni situazione si renda possibile.
Serve la condivisione di un sentimento di gioia, di grande fratellanza, di vite condivise, di storie che vivano insieme quel passaggio in un nuovo millennio confrontandosi e incontrandosi su giudizi e passioni.
Il netstrike di per se è qualcosa che chiunque può fare per i fini più opposti. E' per questo che deve esistere un sito ufficiale del netstrike fatto da noi cui corrispondano dei valori su cui crediamo sia giusto mobilitarci "anche" attraverso la forma netstrike. Altrimenti il netstrike potrebbe essere usato dal fascista di turno ed essere noi confusi con esso.

Tommaso Tozzi
Presidente Ass. Cult. "Strano Network"
Docente di "Teoria e Metodo dei Mass Media", Accademia di Belle Arti di Carrara
Docente di "Teoria e Metodo della Sceneggiatura Multimediale", Master sulla Multimedialità, Rai e Università di Firenze
Via XXIV Maggio 14 - 50129 - Firenze - Italy
Tel/Fax: 055-485996

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