Pare essersi scatenata una sorta di guerra dei prezzi tra i due colossi dei processori, anche se i vertici delle società negano tale intenzione. Che una volta tanto sia il consumatore ad uscirne avvantaggiato?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-05-2001]
Nei giorni scorsi Intel ha ridotto i prezzi dei propri processori Pentium 4 rendendoli decisamente concorrenziali rispetto ai più economici AMD, che avevano dato parecchio filo da torcere a Intel in termini di velocità ed anche di disponibilità presso i rivenditori. Per tutta risposta anche AMD ha deciso di ridurre i prezzi dei propri prodotti offerti; ufficialmente la riduzione dei prezzi è da imputarsi ad una raggiunta maggior efficienza produttiva che permette una riduzione nei costi di realizzazione.
Questa la spiegazione ufficiale fornita dai vertici di AMD alla stampa, ma a dire il vero le mosse e contromosse dei due storici rivali fanno prospettare una vera e propria guerra dei prezzi. Jerry Sanders (CEO di AMD) fa sapere che non rientra fra le politiche di AMD dar vita ad una sconveniente guerra dei prezzi e sostiene che Intel ha sempre avuto prezzi decisamente elevati per i propri processori, pertanto un riallineamento era attendibile.
E' presumibilmente logico intuire che una vera e propria corsa al ribasso dei prezzi per accaparrarsi clienti non convenga nè ad Intel nè ad AMD, pur tuttavia una più spinta concorrenza di quella che si è giocata finora non può che giovare al consumatore finale. Se prima infatti la sfida nei confronti dell'utente finale si giocava in termini di velocità del processore, raggiunti gli attuali livelli di oltre 1.5 Ghz a cui successivi incrementi non porterebbero migliorie visibili per la maggior parte degli utenti che utilizza normali applicazioni è ora inevitabile che una parte delle strategie di espansione delle due aziende ricadano sulla leva del prezzo finora scarsamente utilizzata se non da AMD che ha comunque sempre praticato una politica di prezzi bassi e mai di forti sconti.
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