Telestreet, chi le ha viste?

La televisione di quartiere è cosa buona e giusta, ma occupare un canale Tv per questo non sembra una soluzione praticabile.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-06-2007]

Quattro anni sono un attimo nella Storia dell'Uomo ma un'era geologica nella storia delle telecomunicazioni. Tra il 2002 e il 2003 s'è molto e lungamente parlato, in rete ma anche -di riflesso- persino con qualche intera paginata sui giornali nazionali, di Telestreet, o televisioni di strada, o di quartiere.

Se ne parlava come se fosse possibile, facile e a buon mercato realizzare un'emittente Tv funzionante per trasmettere via etere contenuti autoprodotti su scala micro-locale, a livello di strada o di zona.

I pionieri delle telestreet hanno avuto il seguito di entusiasti fautori teorici, ognuno dei quali ha pubblicato manifesti programmatici, suscitato discussioni, animato dibattiti. Documenti e notizie a riguardo risalenti a quegli anni, così recenti eppure remoti, si trovano ancora facilmente in rete.

Molto di tutto ciò era sopra le righe: c'erano improbabili similitudini con l'epopea delle radio libere degli anni '70, si teorizzava come cosa scontata la possibilità pratica di trasmettere segnali televisivi con potenze irrisorie nei "coni d'ombra" delle emittenti concessionarie del rispettivo canale con esiti positivi.

Addirittura si parlava trionfalisticamente di un "circuito di telestreet" come di un'ondata mediatica che si spinge direttamente contro l'informazione di Stato, gli abbonamenti Rai, la guerra e per la proposizione di un nuovo indipendentismo a metà tra televisione e telematica.

L'ondata mediatica c'è stata, ma è stata tutta di parole scritte, spesso copiaincollate com'era ed è consuetudine in questa internet riverberante di echi; c'è stato anche un breve riflusso di parole dette in riunioni, assemblee di circolo, dibattiti partecipati a volte anche da questo o quel personaggio noto, che ha voluto associare il suo nome ai propositi enunciati. Il tutto senza alcun riferimento a quale tecnica, in pratica, avrebbe consentito di passare ai fatti.

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Non a caso, non abbiamo a tutt'oggi notizia di qualcuno che, una sera, seduto davanti al suo televisore, si sia imbattuto in qualcosa di simile al segnale inatteso di una telestreet. Va anche detto che -per ora- non abbiamo fatto indagini in tal senso.

Tuttavia, se è vero che l'area di copertura di una telestreet dovrebbe essere appunto una strada o poco più, non si comprende perché complicarsi la vita con trasmettitori, antenne e vani tentativi di ricevere qualcosa, previa dettagliata istruzione tecnica sul da farsi.

Sarebbe preferibile per tanti ovvi motivi un incontro diretto con l'audience, con approccio poco multimediale ma parecchio interattivo proprio com'è un incontro tra persone. Magari anche con un televisore acceso, a mostrare bene -mediante cavo Scart- quello che la telestreet non può materialmente irradiare.

Il fatto è che la telestreet, così com'è stata variamente descritta e pubblicata nei suoi aspetti tecnici, salvo eccezioni particolari in pratica non funziona, e ciò non tanto perché lo vieti qualche opinabile legge umana quanto perché vi si oppongono le inopinabili leggi della fisica; è un vero peccato che tanti, (dis)informati dall'onda mediatica, vi abbiano in buona fede riposto speranze.

E' un fatto che, ad esempio, la trasmissione di NoMade Tv avvenuta a Milano il 22 febbraio 2003 abbia avuto ampio spazio all'indomani anche sulla stampa nazionale, ma non vi sia stato un solo telespettatore.

Il segnale irradiato, in tutto conforme agli standard tecnici suggeriti dai teorici delle telestreet, era -a un controllo strumentale- semplicemente assente oltre il marciapiede attorno alle mura della casa che ospitava trasmettitore, antenna e persone intente a dibattere davanti all'operatore di ripresa.

Resta da chiedersi a chi abbia giovato tutto il battage sul tema, chi ne abbia fatto le spese e cosa sia rimasto oggi delle telestreet, se mai sono davvero esistite. Chi tra i nostri lettori sia attualmente e direttamente spettatore di una telestreet ce lo segnali: ne daremo notizia qui.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 11)

vabbe', ma questi ragionamenti per assurdo non stanno in piedi... le telestreet avrebbero avuto successo negli anni 80 o 90, non adesso che c'e' il web (e le tv via web). Leggi tutto
10-6-2007 17:32

{Berlo}
mi pare che pochi abbiano colto il senso della parola mediattivismo, e anche di videoattivismo. Le parole di Bifo sono centratissime se si pensa in termini di attivismo. Essere attivi vuol dire produrre,elaborare e consumare in modo critico. Se tutti fossero attivi le tv-standard non potrebbero spacciarci la merda che ci passano adesso,... Leggi tutto
8-6-2007 18:53

{MAxxx}
Ma senz'altro non è un fenomeno ancora diffuso. Le Telestreet sono poche è vero ed è vero che i problemi tecnici sono molti ma è cmq una cosa interessante, chissa che succederà in futuro, certo è che ricorda le radio anni '70.Certo il web offre di più ma per certe cose e più confuso,... Leggi tutto
8-6-2007 01:04

:clap: :clap: :clap: Leggi tutto
6-6-2007 13:36

Beh, ma non funzionano cosi' anche i blog? Tutti a scrivere e nessuno che legge, e il successo e' assicurato. Leggi tutto
6-6-2007 10:36

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