In queste ore l'Authority alla concorrenza ha deciso di partorire una modesta sanzione contro Wind e una assai più consistente contro la nostrana Telecom per abuso di posizione dominante dopo un travaglio durato anni.

Secondo l'autorità garante, le violazioni messe in opera dalle due compagnie si sono protratte nel tempo (rispettivamente dal 2001 e 1999) con grave ostacolo alla concorrenza impossibilitata a offrire alla clientela una connessione alternativa e competitiva.

Inutile manifestare lo stupore di fronte al tempo trascorso prima dell'intervento del Garante, anche se probabilmente esiste un nesso non solo temporale tra l'infrazione alle regole e i tempi di reazione.

Stupisce ancora di più non tanto la probabilità che le sanzioni vengano ridotte in sede di ricorso amministrativo, quanto la legittimazione dell'antitrust di cui si diceva prima; perché appare poco comprensibile come sia possibile sanzionare una posizione dominante reiterando nel contempo i mezzi per consolidare tale posizione di assoluta supremazia, specialmente dopo che gli ultimi avvenimenti hanno messo in assai cattiva luce la posizione di Telecom nei confronti delle sub-concessionarie.

Sempre che nella pratica non si tratti di una versione aggiornata della politica del bastone e della carota che renderebbe il tutto assai più comprensibile in chiave di sostegno non solo economico.

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