I parlamentari europei respingono a Strasburgo il principio della "risposta graduale" voluta dal presidente francese.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-04-2008]
"Impedire l'accesso all'Internet sarebbe una misura repressiva e inopportuna"; così mercoledì scorso si è espresso, a maggioranza, il Parlamento Europeo accogliendo un emendamento al rapporto presentato dal deputato francese Guy Bono avente per oggetto "Le industrie culturali in Europa" dove evidentemente per industria culturale si intendeva il business messo e mantenuto in piedi dalle major del vecchio e nuovo continente.
L'emendamento, depositato lo scorso 2 aprile da alcuni deputati evidentemente meno sensibili di altri alle lusinghe di certi ambienti economici, in sostanza ha aggiunto un paragrafo alla proposta Bono, che riprendeva nella sostanza le determinazioni della "Mission Olivenne" e i cui contenuti sono in corso di approvazione in Francia come disegno di legge proposto dal governo.
La modifica, approvata e inserita al n.22 bis della proposta Bono mitiga sostanzialmente le sanzioni previste invitando gli stati membri a "evitare misure inopportune e in contraddizione con le libertà naturali e civili dell'uomo" nonché tutte quelle "come l'interruzione dell'accesso all'Internet, che sono sproporzionate rispetto ai principi dell'efficacia e della dissuasione che vorrebbero perseguire".
Si è quindi lanciato in una diatriba contro le industrie, che "non vogliono o non sono in grado di modificare il loro modello economico di fronte alle esigenze dell'epoca dell'informazione. Chissà se il suo "patron" gliela farà passare liscia una volta tornato a casa.
Tuttavia, almeno per ora la raccomandazione europea sembra poco più che simbolica, almeno per quanto riguarda la Francia dove per altro la modifica al rapporto Bono è stata accolta con soddisfazione dalle maggiori associazioni dei consumatori.
Sensibilmente diversa invece la situazione in alcuni paesi sia dentro che fuori Eurolandia, come ad esempio l'Italia dove il Garante alla privacy di recente ha posto alcuni paletti fondamentali e la Svezia, che appena il mese scorso ha visto il suo governo respingere un progetto di legge ricalcato pari pari su quello francese.
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