Vent'anni di Personal Computer (decima parte)

Topi e finestre / 2



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-08-2001]

Leggi la nona parte

Nel 1951 Engelbart lascia i laboratori Ames per entrare nell'università californiana di Berkeley, dove le sue idee cominciano a scontrarsi con la resistenza al cambiamento degli ambienti universitari e i limiti tecnologici dei calcolatori dell'epoca. I computer di allora non erano ancora pronti per interagire direttamente con i loro utenti, ma si limitavano semplicemente a "ruminare" le schede perforate che ricevevano in pasto dai programmatori, il cui unico compito era prendere atto dei risultati ottenuti ed eventualmente ripetere l'operazione con un nuovo pacchetto di schede perforate quando i risultati ottenuti non combaciavano con quelli previsti. L'idea che un computer potesse essere utilizzato come uno strumento didattico, anziché come un semplice strumento di calcolo, suonava più o meno come una bestemmia.

Dopo il periodo di dottorato trascorso a Berkeley, Engelbart sente che l'ambiente universitario è ancora troppo angusto perché le sue idee sul futuro dei computer possano trovare una realizzazione concreta, e cerca un impiego presso una giovane azienda del settore elettronico nata nei dintorni di Palo Alto. Rientrando a casa dopo un promettente colloquio con i tre ingegneri responsabili dell'azienda, Engelbart è fortemente infastidito da un dubbio, e sente il bisogno inarrestabile di fermare la macchina alla prima cabina telefonica per parlare con Barney Olivier, uno dei tre ingegneri con cui aveva parlato pochi minuti prima, responsabile del settore di ricerca e sviluppo dell'azienda. "Dissi che volevo solo sapere se anche loro erano convinti che i computer e le tecnologie digitali avrebbero avuto un futuro" - Ricorderà più tardi Engelbart - "Pensavo che questo fosse il percorso naturale da seguire per la loro azienda di strumentazione elettronica. Davo per scontato che le mie idee, esposte durante il colloquio, fossero solo un ponte verso l'elettronica digitale. Barney rispose dicendomi che loro non avevano nessuna intenzione di entrare nel settore dei computer, e così dissi "bene, è davvero un peccato, perché credo che questo mandi a monte la nostra trattativa. Sono costretto a passare attraverso l'elettronica digitale per realizzare il resto dei miei progetti"".

Qualche anno più tardi William Hewlett e David Packard, gli altri due ingegneri che assieme a Barney Olivier avevano rinunciato ad assumere uno dei più grandi talenti del loro tempo, riescono fortunatamente a cambiare idea sul futuro della loro azienda, appena in tempo per trasformare la "Hewlett-Packard Company" in uno dei più grandi produttori di computer del mondo.

All'epoca dell'incontro con Engelbart, Hewlett e Packard erano ancora lontani dal settore dell'informatica, e totalmente assorbiti dalla loro passione per l'elettronica. Il loro primo prodotto commerciale è un oscillatore audio progettato da Hewlett durante gli anni dell'università. Prima dello sviluppo di questo apparecchio i ricercatori e gli scienziati non potevano ancora disporre di una sorgente semplice ed accurata di segnali a bassa frequenza. Tra i primi acquirenti di questi oscillatori troviamo anche i Walt Disney Studios, che ne utilizzarono ben otto per realizzare la colonna sonora del film "Fantasia".

Nel 1957 Doug Engelbart riceve un'offerta dallo Stanford Research Institute (SRI) un'organizzazione situata a Menlo Park, nei pressi di Palo Alto, in California. Dopo un periodo iniziale di ambientazione, Doug riesce finalmente ad ottenere un piccolo finanziamento per la realizzazione di un "Augmentation Research Center", un "Centro di Ricerca per l'amplificazione" in cui proseguire il suo lavoro di ricercatore, sperimentando per la prima volta in assoluto teorie di cui lui era l'unico studioso e la possibilità di estendere le facoltà dell'intelletto umano grazie all'interazione con l'attività di un calcolatore. Secondo le parole dello stesso Engelbart "era un lavoro solitario, in cui non potevo confrontare le mie idee con nessuno, ma alla fine sono riuscito a farcela scrivendo un documento terminato nel 1962 e pubblicato nel 1963".

Il frutto dei cinque anni di lavoro trascorsi da Engelbart all'interno dello Stanford Institute è una pubblicazione intitolata "A conceptual Framework for the Augmentation of Man's Intellect", uno "Schema concettuale per l'amplificazione dell'intelletto umano", in cui Engelbart descrive la sua nuova visione dei rapporti tra l'uomo e il computer. L'articolo passa quasi inosservato negli ambienti scientifici "ufficiali", ma richiama l'attenzione di Joseph Licklider e Bob Taylor, due "padri fondatori" dell'internet, che in quegli anni lavoravano per l'Arpa (Advanced Research Project Agency), un ente governativo alla ricerca di menti brillanti da impiegare nelle realizzazione di una rete distribuita di calcolatori, passata alla storia con il nome di Arpanet e ribattezzata in seguito "The Internet".

Il lavoro dell'"Augmentation Research Center" culmina il 9 dicembre 1968 con una dimostrazione pubblica che segna definitivamente l'ingresso in una nuova età della scienza. Al Civic Auditorium di San Francisco, in occasione della "Fall Joint Computer conference", centinaia di scienziati e professionisti dell'informatica, praticamente l'elite mondiale del settore, condividono una formidabile esperienza collettiva di interazione tra l'uomo e la macchina, una presentazione multimediale in cui Engelbart, per la prima volta in assoluto, descrive e utilizza dal vivo i sistemi a finestre multiple, il mouse, la videoconferenza, l'elaborazione cooperativa di testi e tutti gli altri strumenti sviluppati da Engelbart e dal suo gruppo di ricerca, guidato dal sogno di "amplificare l'intelletto umano". Engelbart, in soli novanta minuti, getta le basi per una nuova tecnologia, una nuova industria e un nuovo modello di sviluppo dell'informatica. Al termine di quell'esperienza mozzafiato un applauso a scena aperta fa esplodere l'Auditorium di San Francisco. Da quel giorno in avanti i computer si lasciano alle spalle il loro grigio passato di tritanumeri per intraprendere una brillante carriera come macchine di amplificazione delle nostre capacità di analisi e risoluzione dei problemi.

Leggi l'undicesima (e ultima ;-)) parte

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