I deputati europei dicono no allo scippo dell'ACTA

Andando contro la Commissione, l'europarlamento ottiene che il trattato venga discusso in assemblea anziché presso la Corte di Giustizia.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-03-2012]

no acta

Ci sono volute una trasversale levata di scudi guidata dai deputati socialisti e numerose manifestazioni (passate sotto silenzio dai media nazionali) perché non avesse seguito la decisione della Commissione Europea di sottoporre alla Corte di Giustizia Europea anziché al Parlamento la definitiva approvazione dell'ACTA.

Il controverso trattato internazionale, che formalmente intenderebbe contrastare l'illegale diffusione delle opere dell'ingegno protette dai diritti d'autore nazionali, non è stato adottato da tutti gli aderenti al patto economico europeo: c'è infatti il timore che nasconda intenti repressivi circa la diffusione della cultura e delle opinioni, a vantaggio delle solite lobby dell'intrattenimento.

Gli eurodeputati ostili al passaggio di competenze giustificano l'opposizione abbastanza trasversale motivandola con la necessità che il dibattito avvenga nella sede che gli è propria: quindi nelle aule del Parlamento e non nelle segrete stanze della Corte.

«È stato importante non prestarsi al gioco della Commissione Europea, che da alcune settimane cerca di spezzettare il dibattito spostandolo dall'ambito politico a quello procedurale» racconta la socialista Françoise Castex, la quale poi prosegue spiegando che la Commissione preferirebbe evitare il dibattito politico, temendo il rigetto del trattato.

«L'ACTA infatti presenta una dimensione politica alla quale non sono i magistrati che possono e debbono dar risposta» ribadisce la battagliera eurodeputata; anche perché è attuale la possibilità di una pesante intromissione nella privacy delle persone.

Si è così dovuti arrivare ad una votazione della Commissione sul Commercio Internazionale (INTA) per decidere a stragrande maggioranza (75%) che la Corte di Giustizia non poteva avere competenza in merito e che pertanto non doveva essere adita.

Il nuovo calendario dei lavori dell'Unione prevede a maggio una riunione in Commissione, e l'inizio del dibattito parlamentare verso la metà del mese successivo.

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