RapidGator cancellato da Google

La prossima volta potrebbe toccare a Dropbox.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-12-2013]

rapidgator

Ogni settimana, a Google arrivano più di 5 milioni di richieste affinché rimuova dal proprio indice i link che puntano a materiale pirata.

Tali richieste provengono per lo più dalle major musicali e cinematografiche e dalle associazioni antipirateria, ma ciò che è più interessante è che una tale mole di indirizzi consente di "giocare sporco": per errore o per calcolo, spesso viene richiesta la rimozione di pagine del tutto legittime. L'articolo continua qui sotto.

Sondaggio
Qual è l'ambiente Linux che preferisci?
Gnome
Kde
Unity
Xfce
Lxde
Cinnamon
Mate
Un altro
Non uso Linux

Mostra i risultati (5701 voti)
Leggi i commenti (25)
Il perché è presto detto: se anche il link in questione non è illegale, spesso fa capo a servizi che i titolari del diritto d'autore vedono come il fumo negli occhi poiché accanto a materiale del tutto innocuo ospitano illegalmente anche opere protette. Così, l'obiettivo vero è riuscire a far sparire completamente dagli indici di Google questi servizi con tutto il loro materiale, illegale o meno.

Una sorte di questo tipo è di recente toccata a RapidGator, uno dei più popolari servizi di file hosting che dall'oggi al domani è praticamente scomparso dai risultati di Google.

Al momento le cose sembrano essere tornate alla normalità ma appena qualche giorno fa cercare RapidGator su Google restituiva risultati che non facevano capo al dominio principale, ossia rapidgator.net.

rapidgator scomparso

La sparizione era dovuta a diverse richieste, soddisfatte in blocco, che tra gli URL da rimuovere indicavano anche la homepage, la pagina delle FAQ e altre pagine del tutto innocenti. Il risultato? Moltissimi utenti, che adoperavano Google come passaggio abituale verso RapidGator e che senza di esso si sono sentiti persi, non sono più riusciti ad accedere al sito; senza contare l'annullamento delle visite occasionali.

«Perderemo migliaia di visitatori a causa di questa azione» ha dichiarato un portavoce. «Non è giusto. Se succede a noi, domani può succedere a MediaFire o a Dropbox».

«Peggio ancora» - ha continuato il portavoce - «in questo modo si apre la porta ai siti di phishing, che registreranno nomi simili e trarranno in inganno i nostri utenti».

Al momento attuale, le contro-richieste inviata da RapidGator sembrano aver sortito il loro effetto e il sito ha riguadagnato la propria visibilità.

Naturalmente, per i navigatori italiani le cose sono più complicate: a seguito di una denuncia esposta da Medusa Film, RapidGator nel nostro Paese è oscurato; chi volesse accedervi dovrà adoperare uno dei ben noti sistemi per aggirare la censura.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (0)


La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Chi di questi 10 non ha meritato il premio Nobel per la Pace?
Elihu Root, segretario di Stato USA, vincitore nel 1912, indagato per la repressione degli indipendentisti filippini.
Aristide Briand, politico francese, vincitore nel 1926, nonostante molti sostengano che gli accordi da lui voluti abbiano portato la Germania a tentare la successiva espansione verso est.
Frank Kellogg, vincitore nel 1929: la sua idea per evitare le guerre fu sconfessata di lì a breve dalla politica tedesca.
Carl von Ossietzky, giornalista tedesco, vincitore nel 1935 per aver rivelato la politica tedesca di riarmo in violazione dei trattati. Meritava il premio, ma la tempistica fu pessima: venne deportato in un campo di concentramento.
Nessuno: nel 1948 il premio non venne assegnato. Sarebbe potuto andare a Mohandas Ghandi, ma era stato assassinato e il Comitato non permise che il premio fosse assegnato alla memoria.
Henry Kissinger e Le Duc Tho, vincitori nel 1973 per aver negoziato il ritiro delle truppe USA dal Vietnam. Il primo però approvò il bombardamento contro la Cambogia; il secondo rifiutò il premio.
Yasser Arafat, Shimon Peres e Yitzakh Rabin, vincitori nel 1994, sebbene gli accordi di Oslo abbiano avuto effetti molto brevi.
Kofi Annan e le Nazioni Unite, vincitori nel 2001, investigato nel 2004 per il coinvolgimento del figlio in un caso di pagamenti illegali nel programma Oil for Food.
Wangari Muta Maathai, vincitrice nel 2004, convinta che il virus HIV sia stato creato in laboratorio e sfuggito per errore.
Barack Obama, vincitore nel 2009, appena eletto presidente degli USA.

Mostra i risultati (2101 voti)
Settembre 2025
Dolcificanti a zero calorie e declino cognitivo: una ricerca brasiliana scopre un preoccupante legame
WinToUSB trasforma una chiavetta USB in un sistema Windows perfettamente funzionante
Meta accede a tutto il rullino fotografico senza permesso. Ma disattivare si può: ecco come
Agosto 2025
Google, stop all'obbligo di usare Gmail per gli account Android
Browser IA, l'allarme di Malwarebytes: ingannare gli assistenti e rubare dati è fin troppo semplice
Lo script che estende gli aggiornamenti di sicurezza di Windows 10 anche senza account Microsoft
La Danimarca saluta la posta cartacea: la consegna delle lettere terminerà alla fine dell'anno
PayPal, allarme sicurezza: i dati di 15,8 milioni di account in vendita sul dark web
Volkswagen, microtransazioni nelle auto: per utilizzare tutti i cavalli bisogna abbonarsi
Windows 11 24H2, dopo l'aggiornamento i dischi scompaiono. E i dati possono corrompersi
Microsoft fagocita GitHub: fine dell'indipendenza dopo sette anni. Futuro nella IA
Chiede a ChatGPT come sostituire il sale, finisce in ospedale con una malattia di cent'anni fa
Windows 2030, addio a mouse e tastiera: farà tutto la IA
La bolla finanziaria degli LLM
WhatsApp senza account: arrivano le Guest Chat per comunicare da "anonimi"
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 5 settembre


web metrics