L'azienda di Cupertino si sarebbe alleata con le major per affossare i servizi di streaming gratuito.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-05-2015]
Il servizio di streaming musicale di Apple, creato a partire dall'acquisizione di Beats Music e sempre più vicino al debutto, rivoluzionerà il mercato musicale così come l'abbiamo conosciuto sinora.
In linea di massima, le possibilità principali sinora a disposizione erano due: acquistare i brani presso servizi come iTunes, oppure affidarsi a servizi di streaming come Spotify che offrono una formula freemium, ossia una modalità di base gratuita ma accompagnata da spot e una avanzata a pagamento, in cui la prima è propedeutica alla seconda.
In realtà, il passaggio dalla versione gratuita a quella a pagamento non s'è dimostrato così automatico: dei 60 milioni di utenti di Spotify soltanto 15 milioni sono paganti; tutti gli altri sembrano essere contentissimi di sopportare gli spot e le limitazioni pur di poter ascoltare musica in streaming gratuitamente.
Apple ha intenzione di cambiare questo panorama, eliminando completamente dalla scena la possibilità di avere musica gratis: il servizio di imminente lancio offrirà un periodo di prova e poi avrà come unica opzione il pagamento di un abbonamento.
Se questo paradigma pare contentare sia Apple che le case discografiche, che si sentono più a loro agio davanti a un sicuro canone mensile piuttosto che davanti a incerti introiti pubblicitari, le autorità americane non paiono del medesimo parere: il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission stanno infatti tenendo d'occhio Apple proprio in merito al modello che adotterà il servizio di streaming musiclae.
Sim o Wi-Fi? | |||||||||||
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Secondo quanto riporta re/code, Apple avrebbe fatto pressione sulle case discografiche affinché costringano Spotify e tutti i servizi analoghi ad abbandonare le formule gratuite minacciando il ritiro delle licenze sui brani, al fine di ridurre la concorrenza prima del lancio.
Secondo quanto riporta The Verge l'azienda di Cupertino, che non ha certo problemi di liquidità, si sarebbe persino offerta di pagare a Universal Music le royalty che al momento le paga YouTube se la major si fosse decisa a rimuovere tutte le canzoni su cui detiene i diritti dalla piattaforma di Google.
Già l'integrazione dello streaming in iOS potrebbe essere un buon aggancio verso gli utenti di iPhone, che rispetto a quelli di Android paiono essere più propensi all'ascolto di musica in streaming (sono l'11% contro il 7%), settore al momento dominato da Spotify; se il pericoloso concorrente, insieme a tutti gli altri, venisse eliminato grazie ad accordi con le major Apple avrebbe la strada spianata per poter dire di aver costruito un altro successo. E gli utenti perderebbero, forse per sempre, la possibilità di ascoltare musica gratuitamente.
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