[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-08-2025]
Il 17 agosto 2025 ha segnato il 43° anniversario del compact disc (CD), un formato che ha rivoluzionato l'industria musicale e il modo in cui il mondo ascolta la musica. Il primo CD musicale prodotto commercialmente uscì nel 1982, frutto di una collaborazione tra Philips e Sony. Con una capacità di 74 minuti di musica e una qualità sonora superiore rispetto a vinili e cassette, il CD ha introdotto l'era del digitale, aprendo quella strada che ha portato fino a innovazioni come il digital audio broadcasting e, successivamente, lo streaming. Nonostante il suo impatto storico, il CD affronta oggi un declino, soppiantato da piattaforme digitali, pur conservando un fascino nostalgico per collezionisti e audiofili.
Il CD nacque da un'idea visionaria di Philips, che nel 1979 presentò un prototipo di disco ottico da 11,5 cm in grado di memorizzare dati digitali. Sony si unì al progetto, contribuendo con la sua esperienza nei laser e nella codifica digitale: le due aziende standardizzarono il formato, stabilendo un diametro di 12 cm e una capacità di 650-700 MB, equivalente a circa 74 minuti di audio stereo a 16 bit e 44,1 kHz. Sui motivi che spinsero a scegliere proprio quella durata si racconta una leggenda: il famoso direttore d'orchestra Herbert von Karajan avrebbe insistito affinché il CD potesse contenere l'intera Nona Sinfonia di Beethoven, lunga per l'appunto circa 74 minuti. La storia è dibattuta ma il risultato fu un formato che offriva una qualità sonora senza precedenti, priva del fruscio dei vinili e della degradazione delle cassette.
Il lancio commerciale del CD avvenne il 1° ottobre 1982 in Giappone, giorno in cui vennero immessi sul mercato 50 CD: 52nd Street di Billy Joel vanta il titolo di primo album disponibile in quel formato in quanto nel catalogo di quei 50 album occupa la prima posizione. Il CD conquistò rapidamente il mercato grazie alla sua praticità, resistenza e chiarezza del suono. Negli Stati Uniti il formato decollò nel 1983 con il lettore CDP-101 di Sony; nel 1988 le vendite di CD superarono quelle dei vinili, segnando un punto di svolta per l'industria musicale. Negli anni '90 i CD rappresentavano oltre il 90% delle vendite di musica registrata, con artisti come Madonna e Michael Jackson che beneficiavano di un boom economico trainato dal formato.
Il successo del CD non si limitò alla musica. La sua tecnologia di lettura ottica aprì la strada a formati derivati come il CD-ROM per i computer, il CD-R per la registrazione domestica e il DVD per i video. Poi l'ascesa di formati compressi come l'MP3 alla fine degli anni '90 e l'avvento dello streaming con piattaforme come Spotify segnarono l'inizio del declino del CD. Nel 2025, secondo i dati di Statista, le vendite globali di CD rappresentano meno del 5% del mercato musicale, con un fatturato di circa 2 miliardi di dollari (erano 15 miliardi nel 2000). Negli Stati Uniti Best Buy ha annunciato la cessazione della vendita di CD nei suoi negozi a partire proprio da quest'anno: un segnale del passaggio definitivo verso il digitale.
Nonostante il declino, il CD mantiene una nicchia di estimatori. I collezionisti apprezzano le rimasterizzazioni e le edizioni limitate, anche se magari con qualche problema di riproduzione, come il CD trasparente di Lorde. Gli audiofili sostengono che il CD offra una qualità sonora superiore rispetto ai formati compressi. In alcuni mercati come il Giappone, i CD continuano a essere popolari con vendite annuali di oltre 20 milioni di unità. La produzione di CD tuttavia affronta sfide: Philips ha chiuso il suo stabilimento principale di Hannover nel 2024, e Sony ha ridotto significativamente la capacità produttiva.
Il CD ha anche avuto un impatto culturale significativo. Ha permesso agli artisti di sperimentare con album più lunghi e ha facilitato la diffusione di generi come il pop e l'hip-hop, che hanno sfruttato la chiarezza del suono digitale per produzioni più complesse. Il più recente passaggio allo streaming ha spostato l'attenzione verso le singole tracce, riducendo l'importanza dell'album come opera unitaria. L'eredità del CD è innegabile ma il futuro appartiene con tutta evidenza alle piattaforme digitali che offrono maggiore accessibilità, anche se a scapito dell'esperienza fisica e della qualità sonora che il CD rappresentava.
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