Attrice digitale minaccia il futuro della recitazione ''umana'' a Hollywood e ha scatenato un'ondata di proteste nel mondo del cinema.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-10-2025]
Ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo dello spettacolo la presentazione ufficiale di Tilly Norwood, la prima attrice interamente generata da intelligenza artificiale. Il debutto è avvenuto durante lo Zurich Summit, evento dedicato alle nuove frontiere dell'intrattenimento. La fondatrice dello studio Xicoia e CEO di Particle6 Eline Van der Velden ha introdotto il personaggio come «la star della prossima generazione». Tilly Norwood non è un avatar generico ma una figura digitale dotata di biografia, personalità simulata e presenza sui social, con contenuti che spaziano da provini a sketch comici, fino a momenti di vita quotidiana simulata.
La tecnologia impiegata per la sua creazione è denominata DeepFrame e consente di generare espressioni, voce e movimenti con un grado di realismo tale da rendere difficile distinguere la finzione dalla realtà. Secondo Van der Velden, l'obiettivo non è sostituire gli attori umani ma «offrire nuove possibilità narrative e creative» soprattutto per produzioni con budget limitati. Forse prevedibilmente, l'accoglienza da parte dell'industria cinematografica è stata tutt'altro che unanime.
Il sindacato SAG-AFTRA ha espresso una posizione netta, definendo Tilly Norwood «un personaggio generato da un programma informatico» e accusando il progetto di furto intellettuale. Emily Blunt, Melissa Barrera, Mara Wilson e numerose altre attrici hanno manifestato preoccupazione per l'impatto che queste figure "sintetiche" potrebbero avere sulle opportunità lavorative e sull'autenticità della recitazione. Blunt ha definito il caso «davvero inquietante», mentre Wilson ha sottolineato come il volto di Tilly sembri composto da centinaia di volti reali, sollevando dubbi etici sulla sua genesi.
La discussione si inserisce in un contesto già teso, segnato dagli scioperi del 2023 contro l'uso dell'AI nella sceneggiatura e nella produzione audiovisiva. Con il contratto SAG-AFTRA in scadenza nel 2026 è probabile che le tecnologie generative diventino uno dei temi centrali nei futuri negoziati. Alcuni osservatori ritengono che l'adozione di attori sintetici possa favorire le produzioni indipendenti, riducendo costi e vincoli logistici. Altri temono una progressiva erosione del mestiere attoriale, con conseguenze non solo economiche ma anche culturali.
Van der Velden ha cercato di riportare il dibattito su toni più costruttivi, descrivendo Tilly come «un'opera d'arte» e «un nuovo pennello» per la narrazione visiva, paragonabile all'animazione o alla CGI. La sua posizione è che l'AI non debba essere vista come una minaccia ma come uno strumento complementare. Nonostante le rassicurazioni, a quanto pare anche quello di attore è tra i mestieri che si sentono minacciati dalla IA.
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