[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-12-2025]

La rivista American Psychologist di recente ha pubblicato una ricerca condotta da Richard Stephens, psicologo della Keele University nel Regno Unito, che analizza il legame tra il linguaggio volgare e le prestazioni fisiche. Lo studio si inserisce in una serie di lavori iniziati nel 2009, quando Stephens dimostrò che pronunciare parolacce durante un test di resistenza al dolore aumentava la capacità di sopportare l'acqua ghiacciata fino a 40 secondi in più rispetto a chi ripeteva parole neutre. Il fenomeno è stato definito «effetto ipoalgesico del turpiloquio». In pratica l'uso di espressioni volgari sembra ridurre la percezione del dolore e aumentare la soglia di tolleranza. Studi successivi hanno mostrato che questo effetto è più marcato in persone che non ricorrono abitualmente a un linguaggio scurrile, probabilmente perché attribuiscono maggiore valore emotivo alle "parole proibite".
Nel 2011 Stephens ha confermato che il turpiloquio provoca un aumento della frequenza cardiaca, suggerendo un coinvolgimento del sistema nervoso autonomo. Altri ricercatori hanno ipotizzato che l'effetto sia dovuto a un meccanismo di distrazione, capace di spostare l'attenzione dal dolore verso l'atto linguistico stesso. Nel 2020 un nuovo esperimento ha confrontato l'uso della parola fuck con termini inventati come fouch e twizpipe. Solo la parolaccia autentica ha prodotto un aumento della soglia del dolore, confermando che non è la semplice ripetizione di suoni a generare l'effetto, ma il significato emotivo e sociale della parola.
Gli studi più recenti hanno ampliato il campo di indagine alla forza fisica. Durante un test in cui i partecipanti dovevano tenere sollevato il proprio corpo usando le braccia e facendo forza sui braccioli di una sedia; chi ripeteva una parolaccia riusciva a mantenere la posizione più a lungo rispetto a chi pronunciava parole neutre. I soggetti hanno riportato un aumento della sensazione di flow, cioè di concentrazione e fiducia, indicatori di una maggiore disinibizione. Secondo Stephens il turpiloquio può agire come strumento di disinibizione, permettendo di superare i vincoli sociali e psicologici che spesso limitano l'espressione della forza. In questo senso le parolacce diventano un mezzo «privo di calorie, privo di droghe, e a basso costo» per migliorare le prestazioni in contesti di sforzo fisico. Stephens e il suo team hanno annunciato che i prossimi studi esploreranno l'effetto del turpiloquio in contesti non fisici come i discorsi in pubblico o le interazioni romantiche, dove la disinibizione potrebbe avere un impatto sulla fiducia e sulla comunicazione.
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