Persino il creatore di JavaScript pensa che Microsoft stia esagerando.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-12-2025]

Negli ultimi mesi Windows 11 è stato al centro di un crescente dibattito tecnico legato alla progressiva sostituzione delle applicazioni native con soluzioni basate su tecnologie Web come WebView2 ed Electron. Secondo diverse analisi, questa scelta starebbe contribuendo a un aumento significativo del consumo di memoria e a un peggioramento della reattività del sistema operativo.
Le applicazioni che un tempo erano sviluppate in codice nativo vengono sempre più spesso rimpiazzate da interfacce basate su Chromium, integrate tramite WebView2 o pacchettizzate con Electron. Tra gli esempi compaiono componenti centrali dell'interfaccia di Windows 11 come il menu Start, Windows Search e la vista Agenda del Centro Notifiche. Questa trasformazione è un cambio strutturale che modifica il modo in cui il sistema operativo gestisce i processi e le risorse. I test mostrano che l'adozione di runtime Web introduce un overhead costante che si somma a ogni istanza aperta con un impatto misurabile su RAM, CPU e tempi di risposta dell'interfaccia.
Le analisi indicano che anche hardware di fascia media e alta può mostrare rallentamenti quando più applicazioni Web sono in esecuzione contemporaneamente. Questo comportamento è stato osservato in particolare con software come Discord, Teams e WhatsApp, che utilizzano Electron o WebView2; ciascuna di esse - nelle più recenti "versioni web" - arriva a occupare 1 Gbyte e più di RAM, mentre le precedenti versioni native si accontentavano di poche centinaia di megabyte. Discord addirittura sta sperimentando dei riavvii forzati dell'applicazione quando il consumo di memoria supera i 4 Gbyte, come ha rivelato meno di un mese fa uno sviluppatore su Reddit.
In tutto ciò è intervenuto il creatore di JavaScript Brendan Eich, il quale ha di recente espresso pubblicamente preoccupazione per la direzione intrapresa da Microsoft. Eich ha criticato l'approccio definendolo una «corsa affrettata verso una UX [User Experience, esperienza utente] Web al posto del nativo», sostenendo che la scelta privilegia la convenienza degli sviluppatori rispetto all'efficienza del sistema. Le sue dichiarazioni hanno alimentato ulteriormente il dibattito, attirando l'attenzione di sviluppatori e analisti. La crescente dipendenza da WebView2 comporta che molte applicazioni condividano lo stesso motore di rendering basato su Chromium, ma senza i vantaggi di un'integrazione profonda nel sistema operativo. Ciò porta a un aumento del numero di processi attivi e a un consumo di memoria superiore rispetto alle controparti native, che risultavano più leggere e ottimizzate per l'ambiente Windows.
Le analisi pubblicate evidenziano anche un impatto sulla stabilità. L'uso intensivo di runtime Web pare aumentare la probabilità di crash o riavvii forzati, soprattutto quando più componenti del sistema dipendono da processi basati su Chromium. Alcuni casi documentati mostrano come l'interfaccia possa diventare meno reattiva durante operazioni di ricerca o apertura del menu Start, proprio a causa del carico aggiuntivo generato dai componenti Web. Il fenomeno non riguarda solo applicazioni di terze parti. Anche strumenti integrati nel sistema come la ricerca interna e alcune sezioni delle Impostazioni utilizzano WebView2 per visualizzare contenuti dinamici. Questa scelta contribuisce a un aumento complessivo del consumo di memoria anche in scenari di utilizzo leggero, rendendo più difficile mantenere prestazioni costanti nel tempo.
Nonostante il dibattito duri da tempo, Microsoft non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali che affrontino le accuse di preferire una tecnologia che trasforma il sistema operativo in un mostro affamato di risorse. L'investimento in WebView2 come tecnologia chiave per lo sviluppo di applicazioni moderne su Windows non conosce rallentamenti, suggerendo che la transizione verso un sistema più orientato al Web anche nelle sue tecnologie di base voglia proseguire nei prossimi anni.
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