Doctor Who? Il pubblico dominio può attendere

Anche se sono passati 50 anni dalla prima messa in onda, il diritto d'autore resisterà ancora per diversi decenni.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-12-2013]

first doctor

Lo scorso 23 novembre il Dottore ha compiuto 50 anni: non un dottore qualsiasi, ma il Dottore, l'alieno protagonista della serie televisiva britannica Doctor Who, in onda (nonostante alcune interruzioni) dal 1963.

Non è stato difficile, per molti, fare due conti e realizzare che, con il passaggio all'anno nuovo ed entrando dunque nel cinquantunesimo anno di esistenza del Dottore, il copyright sui primi episodi dovrebbe scadere, facendoli rientrare nelle opere di pubblico dominio.

L'uso del condizionale è però dettato dal fatto che le cose sono molto più complicate di così, e la longevità di Doctor Who permette di vedere a quali vette di complessità sia arrivata la legge sul diritto d'autore (per lo meno quella britannica, ma altrove le cose non sono poi tanto diverse).

Se è vero che dopo i 50 anni scadono i diritti di trasmissione (il broadcasting copyright) è anche vero che altri diritti resteranno ancora in vigore, e molto più lungo. Su ogni episodio infatti non c'è un solo diritto d'autore, ma ve ne sono numerosi.

Nel dettaglio, il copyright per gli episodi in sé scadrà soltanto quando saranno passati 70 anni dalla morte dell'ultimo dei creatori dell'episodio stesso: il regista principale, l'autore della sceneggiatura, l'autore dei dialoghi o il compositore della musica appositamente scritta e utilizzata nelle riprese.

Considerato il fatto che Waris Hussein, regista dei primi episodi, è tuttora in vita, il conteggio dei 70 anni non è ancora nemmeno cominciato.

Il primo episodio di Doctor Who per il quale c'è una data certa circa la fine del copyright risulta quindi The Aztecs: l'ultimo dei creatori dell'episodio, il compositore Richard Bennett, è morto nel 2012, quindi The Aztecs rientrerà nel pubblico dominio a partire dal primo gennaio 2083.

Sondaggio
Come vedi il futuro dell'umanità, in ambito scientifico?
Il futuro è nella condivisione delle conoscenze. L'arroganza delle multinazionali nei confronti della proprietà intellettuale è solo il canto del cigno: infatti grazie alle tecnologie il sapere non potrà più essere detenuto da pochi potenti.
Per tutelare ricerche che richiedono investimenti cospicui, la proprietà intellettuale è uno strumento equo e ragionevole. Lo strapotere attuale della grande industria va solo limitato nel tempo ed emendato dagli aspetti più truci.
Lo scenario più probabile è un doppio binario tra scienza proprietaria e open source. La prima coprirà i settori che richiedono investimenti a lungo termine, la seconda quelli in cui la cooperazione raggiunge i risultati migliori.
Il potere si concentra dove c'è il denaro. Volenti, o nolenti, i big dell'economia mondiale si accaparreranno tutte le fonti di conoscenza, e sapranno farle fruttare a dovere, per il bene dell'umanità.

Mostra i risultati (1668 voti)
Leggi i commenti (6)

La questione è complicata perché non sempre un normale utente riesce a ricostruire l'elenco delle persone coinvolte nel determinare il copyright: anche volendosi basare su Wikipedia, non è detto che i dati, quando completi, siano del tutto corretti.

Oppure ci sono casi, come in The Time Meddler, in cui le persone specificate dalla legge sono morte (e quindi il copyright potrebbe scadere "già" nel 2057), ma non è chiaro se lo script editor abbia scritto parti di dialogo o sceneggiatura, nel qual caso occorrerà aspettare ancora, essendo Donald Tosh in vita.

La complessità e la durata delle leggi sul copyright non solo generano confusione, ma impediscono che le opere diventino di pubblico dominio molto oltre la loro creazione: può passare ben più di un secolo prima che un'opera sia libera da restrizioni, ossia molti anni dopo la morte di coloro che vi hanno lavorato.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (3)

L'obiettivo è che tutte le opere possano diventare di pubblico dominio solo quando non sarà più possibile trarci nemmeno un cento di guadagno sfruttandole commercialmente. Questo, ovviamente, vale per tutto ciò che è coperto da copyright, se fosse solo un diritto d'autore sarebbe sufficiente che il copyright scadesse alla morte... Leggi tutto
4-12-2013 19:12

Si stanno arrampicando sugli specchi, hanno paura di perderci soldi...ma chi si ricorderà di questi film dopo più di 100 anni? Dopo che saranno stati strasmessi e ritrasmessi più e più volte in tv... contenti loro :roll:
4-12-2013 15:41

E' una questione di nomenclatura. Quello che viene chiamato "diritto d'autore" è in realtà un "diritto di sfruttamento commerciale in esclusiva", perché con la tutela dell'autore in senso stretto non ha più nemmeno una vaga parentela. E' chiarissimo che un "diritto d'autore" potrebbe avere una estensione... Leggi tutto
4-12-2013 06:45

La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Qual è la tua piattaforma mobile preferita?
Windows Phone
Android
iOS (iPhone)
BlackBerry OS (Rim)
Symbian
Ubuntu o altro Linux
Bada

Mostra i risultati (4856 voti)
Aprile 2025
Intel pronta a licenziare 20.000 persone
Fire TV stick, Amazon pronta a lasciare Android per Vega OS
Siti per adulti, Agcom impone la verifica dell’età con il doppio anonimato
Android sempre più esigente: ora servono almeno 32 Gbyte
Il terzo giorno Android si riavvia
Microsoft: ''Non toccate la cartella misteriosa''
Windows Recall, forse è la volta buona
Le funzioni di Skype che Teams non ha
WhatsApp per Windows: non aprite quell'immagine
Vibe coding: creare programmi senza saper programmare
Dalla Cina l'alternativa a HDMI e DisplayPort
Pesci d'aprile, ci casca anche la IA
Thunderbird si evolve: in arrivo una versione Pro e il servizio Thundermail
Segnali dal futuro
Marzo 2025
Windows 11, addio all'ultima scappatoia per evitare l'account online
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 25 aprile


web metrics