L'Italia contrasterà la nuova direttiva europea sul copyright dal sapore censorio

Di Maio minaccia: ''Se non cambierà potremmo decidere di non recepirla''.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-06-2018]

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I 5 Stelle non intendono snaturare le loro posizioni originarie sulla libertà in Rete e anche al governo contrasteranno nuovi tentativi di introdurre elementi di censura voluti in nome della tutela del copyright.

È questa l'intenzione del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, nonché leader dei 5 Stelle e titolare della delega per le telecomunicazioni, Luigi Di Maio.

La questione si pone in vista dell'imminente revisione della regolamentazione europea sul diritto d'autore: la nuova direttiva potrebbe introdurre due punti critici, la cosiddetta «tassa sui link» e il rischio di censura preventiva per i contenuti caricati dagli utenti.

Al centro delle preoccupazioni c'è l'obbligo, pensato innanzitutto per le grandi piattaforme online - come Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, Google - che trattano grandi quantità di contenuti multimediali postati dai propri utenti, di vigilare a priori su ciò che viene caricato, filtrando e censurando preventivamente eventuali violazioni del copyright per le immagini, la musica, i testi.

Si tratta di un ribaltamento della situazione attuale: non più l'obbligo di rimuovere i contenuti che violano il copyright ma, addirittura, quello di inserire un filtro preventivo extragiudiziario, privato e discrezionale.

L'opposizione alle novità del copyright europeo riguarda anche l'obbligo di richiedere un'autorizzazione preventiva all'editore del contenuto originale quando, volendo linkare un articolo di terzi o un video online sul proprio sito, se ne anticipi anche una breve frase.

Non solo: a leggere la bozza della direttiva pare che sia anche necessario compensare in denaro (da cui il soprannome di «tassa sui link») l'editore per il link inserito o lo spezzone citato.

L'idea è nata per obbligare i motori di ricerca (e il pensiero corre immediatamente a Google News e servizi similari) a remunerare gli editori per i contenuti mostrati tra i risultati. Ma pare che ci sia il rischio che ciò venga applicato anche ai singoli siti, persino a quelli amatoriali.

Ne verrebbe colpita l'essenza stessa del web, nato sul concetto di hyperlink. In pratica, sarebbe un nuovo freno alla libera circolazione e condivisione della cultura, dell'informazione e del sapere sul web.

I 5 Stelle hanno dunque annunciato che si opporranno all'introduzione di norme dal sapore censorio in sede di Parlamento Europeo (mentre al momento non si conosce la posizione della Lega di Salvini) e che, se la direttiva sarà approvata senza modifiche, l'Italia potrebbe anche decidere di non recepirla.

Di Maio fa così propria la posizione dei movimenti europei per le libertà digitali, tutti molto preoccupati per la piega che presto potrebbero prendere gli eventi.

Il 4 luglio il Parlamento di Strasburgo dovrà esprimersi in merito alla direttiva. L'iter approvativo della dovrebbe quindi concludersi a fine anno.

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Pier Luigi Tolardo