Un pesce d'aprile in ritardo: pagare gli squillini sul cellulare. Eppure ci sono cascati in parecchi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-04-2003]
Circola per la Rete la notizia, assolutamente infondata, che i gestori di telefonia mobile vogliano tassare anche i cosidetti "squillini", cioè le chiamate che i ragazzi, ma non solo, fanno con il telefonino a un altro telefonino. Il chiamato vede il numero del chiamante sul display ma non risponde: è un segnale in codice, solo una maniera per far sapere all'altro/a che lo si pensa molto in voga tra i giovani.
Ovviamente la notizia sta dilagando in tutte le mailing list e alcuni lettori hanno scritto a Zeus News inviandoci il testo di un fantomatico comunicato:
I tre maggiori gestori di telefonia mobile italiana (Tim, Omnitel, Wind) hanno appena annunciato che dalla mezzanotte di oggi si pagheranno anche gli squilli effettuati con terminali radiomobili (telefonini), a un prezzo concordato e unico per tutti i gestori, pari a 0,001 euro. L'amministratore di Vodafone Omnitel ha dichiarato che da tempo i tre gestori stavano pensando di disincentivare gli squilli poiché, pur non producendo guadagni per i gestori, sovraccaricano notevolmente la rete radiomobile, rallentando le comunicazioni wireless. Il costo, per quanto irrisorio, va valutato sulla base del numero di squilli giornalieri che gli utenti oramai si scambiano abitualmente, e quindi il suo costo diventa sensibile. "Questa iniziativa sarà valutata dall'Antitrust, come iniziativa di cartello" - ha commentato il ministro delle comunicazioni Gasparri, prontamente contattato dal nostro quotidiano - "e comunque è un indice del vento di crisi che tira sulle aziende, e che le costringe anche a prendere iniziative assolutamente antipopolari."
La dichiarazione è condivisa anche dagli altri addetti stampa dei gestori, come Tim, mentre il Ministro Gasparri ha dichiarato con un comunicato ufficiale di non aver mai rilasciato quelle dichiarazioni e di voler sporgere querela contro gli autori della notizia, al momento sconosciuti.
Uno scherzo riuscito ma che ha seminato il panico ma senza nessun fondamento: negli Usa, agli inizi della diffusione della telefonia mobile, qualche anno fa, i gestori della telefonia mobile tassavano anche le chiamate in entrata, e non solo in uscita, e anche le chiamate senza risposta, cioè gli "squillini". Ma poi si erano accorti dell'effetto totalmente negativo, dissuasivo e frenante del traffico e hanno eliminato questi costi impropri; forse, una delle motivazioni del ritardo dello sviluppo della telefonia mobile negli Usa, rispetto all'Europa, sta anche in questa politica tariffaria sbagliata praticata agli inizi, oltre che nell'incompatibilità delle reti tra molti gestori e in altre cause.
In Italia già i gestori telefonici godono molto dei guadagni del cosidetto "scatto alla risposta", del fatto che i clienti spesso vedendo un numero non conosciuto sul display richiamano (e spesso è un errore, ci sono 50 milioni di numeri mobili più 26 milioni di numeri fissi) o chiamano i vari servizi informazioni: 12, 412, 4040 per sapere a chi corrisponde il numero (e questo è un guadagno decisamente superiore della fantomatica "tassa sugli squillini"). Inoltre i gestori telefonici puntano molto sui servizi di segreteria e di avviso delle chiamate ricevute, quando il terminale è spento o irragiungibile, che è esattamente la filosofia contraria al dissuadere dagli squillini. Comunque una decisione del genere non potrebbe mai essere applicata senza l'autorizzazione dell'Autorità per le Comunicazioni, competente in materia, e non dell'Antitrust, come nella "pseudodichiarazione" del Ministro.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
Privacy sui social | ||
|