Una richiesta di brevetto potrebbe svelare i piani a lungo termine di Microsoft: mettere in vendita i singoli pezzi di un sistema operativo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-02-2007]
La possibilità offerta agli americani di registrare brevetti software, bisogna ammetterlo, permette di vedere cose che altrimenti non ci sogneremmo.
Il 14 dicembre scorso Microsoft ha presentato la richiesta per ottenere un brevetto che potrebbe essere definito alternativamente curioso o inquietante ma che, in ogni caso, pare indicativo dei piani futuri dell'azienda di Redmond.
La richiesta in questione riguarda un sistema e metodo per distribuire un sistema operativo modulare. Lì per lì, richiedere un brevetto per un "sistema operativo modulare" può ingenuamente portare a pensare che si tratti di una delle solite tecniche per mettere i bastoni tra le ruote a Linux, magari tentando di brevettare la tecnologia che sovrintende al caricamento dei moduli nel kernel o qualcosa di simile. Invece la parola chiave è distribuzione.
Poi si inizia a intuire dove si voglia andare a parare: "Una firma digitale può essere usata per confermare l'integrità di un modulo aggiuntivo prima dell'installazione. La certificazione può essere verificata per determinare se l'installazione del modulo sia autorizzata. [...] La gestione dei diritti digitali (Digital Rights Management, n.d.r.) può essere usata per attuare i termini di uso del modulo aggiuntivo per rispettare gli accordi di licenza".
In pratica si profila la possibilità di fornire un sistema minimo a cui aggiungere in un secondo tempo dei moduli ulteriori con cui gestire altre funzionalità rispetto al pacchetto iniziale, il tutto gestito tramite Digital Rights Management.
La parte ancor più interessante sta nella richiesta vera e propria, dove si specifica che cosa si intenda con moduli aggiuntivi. Per esempio si parla di "moduli che permettano l'installazione di programmi non certificati, il login di più utenti, l'uso di ulteriore memoria, l'uso di più applicazioni contemporaneamente", e via di seguito. Oltre a un metodo per distribuire tutto questo (punto 13).
Ancora: il brevetto vorrebbe coprire "un computer adattato per l'uso con un sistema operativo modulare", comprendente memoria, display, processore, interfacce e porte. Dopo il software, insomma, l'hardware (punto 16).
Si tratta di funzioni che ci si aspetta normalmente quando si parla di sistema operativo. Secondo questa richiesta, invece, si tratterebbe di aggiunte alla versione base. Qualcuno ha detto "a pagamento"?
Tutto ciò porta a immaginare uno scenario in cui i vari pezzi del sistema siano in vendita separatamente e, ogni volta che ci sia bisogno di uno di questi, lo si acquisti. Un po' come un brano da iTunes.
Non solo: si parla di un sistema operativo "in cui almeno un modulo aggiuntivo ulteriore include una data di scadenza e una firma digitale". Dopo la scadenza, si può immaginare, occorrerà pagare di nuovo o, più finemente, rinnovare l'abbonamento.
Se si aggiunge che, a quanto è dato sapere, Steven Sinofsky, vice presidente responsabile del Windows Engineering Group, vuol dare uno scossone al modello di sviluppo attuale che ha portato alla creazione di un sistema operativo privo delle innovazioni che erano state sbandierate, viene da chiedersi: quale sarà il futuro oltre Vista?
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