Il Garante per la privacy emana una direttiva molto severa: ma è sufficiente per combattere lo spamming?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-09-2003]
Dove devono andare gli spammers? In galera, non c'è dubbio: per chi ogni giorno ci vuole propinare caldi video erotici, vuole venderci il Viagra e qualche antidepressivo, vuole aiutarci a consolidare il nostro debito, vuole offrirci un telefonino a noleggio, vorrebbe che ci depilassimo con la sua crema ed integrassimo la nostra alimentazione con le sue vitamine e, tutto ciò, ogni giorno dell'anno, Natale e Pasqua compresi.
10 giorni significano 600 messaggi pubblicitari che significano almeno 10 minuti al giorno per eliminarli, che significa che se per qualche giorno non svuotiamo la nostra e-mail questa è già satura, che significa che siamo obbligati ad abbonarci ad uno dei tanti servizi di mail a pagamento dotati di un anti-spamming che tutti gli Internet Provider forniscono, se vogliamo evitare i virus che lo spamming veicola con sempre maggiore frequenza.
Per questo il Garante dell'Authority per la Privacy ha emanato una normativa che più severa non potrebbe essere: chi fa dello spamming, cioè invia e-mail a contenuto pubblicitario, senza un esplicito consenso del destinatorio, anche se l'indirizzo è pubblico, rischia fino a 90.000 euro di multa. Chi raccoglie gli indirizzi e-mail in banche dati deve assicurarsi che i titolari dell'indirizzo abbiano dato il proprio consenso. Fare dello spamming per assicurare a sè o ad altri un profitto può essere punito anche con pene da sei mesi a tre anni di....galera, appunto.
Il problema dello spamming è che, ormai, si conoscono con certezza le fonti dei "bombardamenti" più micidiali di comunicazioni pubblicitarie: pochi spammer residenti negli Stati Uniti dotati di macchine potentissime che fanno incetta di indirizzi e-mail rastrellandoli dal Web, che li codificano automaticamente senza nemmeno andare a cercarli e che poi li inondano di posta non richiesta, inutile e sgradita.
Cosa si è fatto finora per colpire questi "santuari" dello spamming internazionale? Poco o niente da parte dalle autorità americane ed internazionali: solo qualche hacker magari ha provato a colpirli.
Gli Usa fanno la guerra a tutti e in tutto il mondo ma per Cia, Fbi e Nasa lo spamming non è un reato grave da perseguire con tenacia e determinazione, perché? Anche in questo campo se non ci sarà una vera mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale perché ci sia più cooperazione internazionale contro lo spamming, perché si faccia pressione sulle autorità americane affinché si muovano presto e con efficacia, le direttive di Rodotà somiglieranno di più a "gride" di manzoniana memoria.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|