Ridurrà la dipendenza da software closed source stranieri: vuole la sovranità digitale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-06-2025]
La Danimarca ha annunciato un piano per abbandonare gradualmente Microsoft Office e Windows in favore di LibreOffice e Linux, una decisione guidata dalla volontà di raggiungere la «sovranità digitale». Il Ministro della Digitalizzazione, Caroline Stage, ha dichiarato che il governo intende ridurre la dipendenza da fornitori tecnologici stranieri, in particolare quelli statunitensi, per garantire un maggiore controllo su dati e infrastrutture digitali. La mossa segue iniziative simili già avviate dalle città di Copenaghen e Aarhus, che hanno pianificato l'eliminazione di software e servizi cloud Microsoft.
Il concetto di sovranità digitale, centrale in questa decisione, è una priorità crescente nell'Unione Europea. L'obiettivo dichiarato di tutta questa attività di riduzione della dipendenza da fornitori stranieri è la protezione dei dati dei cittadini, promuovendo alternative locali. Le preoccupazioni riguardano il controllo dei dati, la possibilità di accesso da parte di governi stranieri e il rischio di interruzioni dei servizi in caso di tensioni geopolitiche. Per esempio, Henrik Appel Espersen, presidente del comitato di revisione di Copenaghen, ha evidenziato il pericolo di non poter inviare email o comunicare internamente se un fornitore straniero interrompesse i servizi per motivi politici.
Si può insomma dire che la decisione danese non è dettata da motivi tecnici, come potrebbe essere per esempio la decisione di affidarsi a formati aperti come l'OpenDocument di LibreOffice in luogo dei formati di Microsoft Office, ma primariamente politici. In ogni caso, la transizione non sarà semplice. Passare da Windows, Office e Azure a soluzioni come LibreOffice, Linux e cloud europei come NextCloud richiederà tempo, formazione e investimenti; non a caso, non tutti sono convinti della fattibilità del progetto.
Mette Harbo, direttore IT della Regione della Capitale, ha espresso scetticismo, definendo addirittura impossibile un completo distacco da Microsoft. Esperienze passate, come il ritorno di Monaco di Baviera a Windows dopo un decennio di Linux, suggerirebbero che le sfide tecniche e organizzative possono essere significative. Ma in seguito proprio Monaco ha deciso di riprovare ad adottare il sistema del pinguino.
Dal punto di vista tecnico, LibreOffice offre una dignitosa compatibilità con i formati di Microsoft Office. Alcuni utenti però segnalano la persistenza di problemi di formattazione o funzionalità limitate rispetto a Word o Excel, specialmente in contesti professionali complessi. Linux richiede un adattamento per chi è abituato a Windows; la gestione di infrastrutture IT basate su software open source può comportare costi iniziali per la configurazione e il supporto. Tuttavia, i sostenitori sottolineano i vantaggi in termini di sicurezza, di costi a lungo termine e di indipendenza da licenze proprietarie.
La Danimarca in ogni caso non è la sola ad aver considerato in questi anni l'opzione di lasciare Microsoft e riflette un trend europeo più ampio. Per esempio, il Land tedesco dello Schleswig-Holstein ha recentemente optato per Linux e LibreOffice per motivi simili; anche la Svizzera ha introdotto leggi per promuovere il software open source. La crescente diffidenza verso i grandi fornitori tecnologici stranieri, insieme all'interesse per alternative che garantiscano maggiore trasparenza e controllo, potrebbero accelerare la transizione.
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