Un colpo di scena nell'indagine su Roberto Colaninno, il quale prima di passare la mano a Tronchetti Provera, svolgeva i ruoli di presidente di Telecom Italia nonché amministratore delegato e principale azionista; coinvolti anche l' Avv. Erede, legale di Colaninno e Vice-Presidente di Telecom Italia, e Lorenzo Pellicioli uscito di recente dalla proprietà di Seat. A partire da questa estate, i tre sono indagati dalla Procura di Torino per un presunto caso di conflitto di interessi: avrebbero deciso di far acquistare a Telecom Italia la società Seat, allora presieduta da Pelliccioli, di cui detenevano un più che congruo pacchetto azionario, ad un prezzo assai lontano da quello di mercato; Pelliccioli avrebbe riscosso così una miliardaria "stock option".

Una delle spiegazioni più plausibili del velocissimo blitz che ha portato alla vendita di Telecom Italia da parte del duo Colaninno-Gnutti alla coppia Pirelli-Benetton è stata questa "patata bollente" dell'inchiesta giudiziaria; oggi l'inchiesta si arricchisce di una pagina inedita ed ancora più grave.

Un giudice della Procura torinese sarebbe indagato dai suoi stessi colleghi perchè attraverso un uomo chiave della security aziendale avrebbe messo al corrente Telecom Italia, Colaninno & co. delle perquisizioni e delle intercettazioni che stavano avvenendo a carico loro, tanto da compromettere gravemente l'andamento dell'inchiesta. Pare che improvvisamente ci si sia trovati di fronte ad un muro di bocche cucite, che siano arrivati inviti ad acquistare sim prepagate inglesi, di quelle per le quali non si deve dichiarare l'identità, che l'uomo della security Telecom dopo essere stato allontanato dai nuovi dirigenti abbia raccontato tutto ai magistrati. Vedremo se tutto ciò è vero oppure no, certo è che se lo fosse si spiegherebbe la fretta di vendere, oltretutto premiata dalla fortuna: l'11 Settembre era ancora lontano...

Il caso coinvolge Colaninno, che era diventato avversario di Berlusconi con l'acquisto di Tmc e spalleggaito dal Centrosinistra aveva tentato di far concorrenza al Cavaliere nel predominio delle Tv private. Questo però non cambia il senso delle questioni oggi in gioco: i " cattivi" sono i magistrati che vogliono rovinare alcuni imprenditori in nome di un presunto furore ideologico prima che questi magari si mettano a fare i politici, oppure oggi gli imprenditori sono così ricchi e spregiudicati da potersi comprare giudici, guardie di finanza, politici, etc.? Il problema di fondo è questo e attorno a questo ruoteranno le vicende politiche, giudiziarie, finanziarie ed industriali nelle Tlc e fuori Italia nei prossimi anni.