Strane alleanze per il biodiesel

Eco-hacker e contadini OGM: una convergenza singolare verso la Open Source Energy.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-02-2005]

Daryl Hannah, attrice di Hollywood ed eco-hacker

Da un lato gli hacker della mobilità, che già hanno trovato spazio su Zeus News ai tempi in cui chiedemmo, provocatoriamente, il rilascio del codice della Panda. Dall'altro, i contadini OGM, quelli che coltivano organismi geneticamente modificati, che risparmiano un sacco di soldi perché possono permettersi di diserbare chimicamente a germinazione già avvenuta (tanto la soja al gliphosate mica se la mangiano loro), quelli che deprecano le azioni di disobbedienza da parte dei contadini hacker, perché "i contratti ci sono e vanno rispettati."

Due categorie filosoficamente opposte, due mondi distanti anni luce, sembrano ora essere stranamente alleati. Luogo dell'incontro, gli Stati Uniti, dove si registra, causa lo stabilizzarsi del prezzo del greggio su livelli molto elevati, un'infatuazione crescente verso il biodiesel, argomento che abbiamo già affrontato, un'ottima alternativa di origine vegetale al gasolio. Il gasolio da autotrazione può essere sostituito agevolmente da un prodotto casereccio estratto dagli oli vegetali ed animali, con un processo detto di transesterificazione. Questo processo, da tempo, è effettuato dagli hacker dell'energia, che negli USA vengono chiamati backyarder, perché lavorano di nascosto nel loro cortile o garage.

Le matrici di partenza del processo sono molteplici, dall'olio estratto dalla soia o dalla colza (i migliori per purezza e facilità di trattamento), agli oli di frittura delle patatine o del pollo, di cui gli americani sono ghiottissimi. Gli eco-hacker prediligono gli oli usati di frittura, che si procurano nei ristoranti e friggitorie a pochi passi da casa. Questo per ovvi motivi di costo, ma anche per una certa affinità ideologica con il recupero di uno scarto.

Per questi motivi sono disposti a sobbarcarsi le difficoltà ed i costi del trattamento di una matrice inevitabilmente sporca e contaminata come l'olio usato. Il risultato è un combustibile economico, con minori emissioni, e dal bilancio di CO2 in pareggio, senza contare la minore dipendenza dal petrolio estero, tanto pesante per la bilancia dei pagamenti.

Ma la produzione di olio di frittura, anche in un paese obeso e unto come gli USA, non basta certo ad alimentare tutti i SUV giganteschi con cui amano scorrazzare i concittadini di George W. Bush. Qui entrano in gioco i Monsanto Boys, i contadini OGM del midwest. Quanto poco, questi rudi fanatici della monocoltura industriale, amino gli eco-hacker è facile intuirlo, ma qui c'è in gioco una paccata di soldi, e il futuro di un'agricoltura ormai irreversibilmente avviata al declino.

Gli agricoltori vorrebbero sfruttare a proprio vantaggio la congiuntura petrolifera, e per questo stanno corteggiando spudoratamente i tradizionali sostenitori del carburante alternativo, che contano adepti anche negli ambienti più liberal, quelli che da noi si chiamerebbero radical chic, per conquistarsi, con molta fantasia, un'immagine eco-friendly presso i giovani statunitensi. Questa settimana, nella Conferenza Nazionale sul Biodiesel a Fort Lauderdale, in Florida, si sono riuniti per discutere come promuovere l'olio di soia come fonte di biodiesel per il mercato automobilistico.

A questo evento sono stati invitati i sostenitori del biodiesel, tra cui celebrità come l'attrice Daryl Hannah (l'anonima ragazza della foto, che per la sua Chevrolet del 1983 usa solo biodiesel), ma anche i backyarder e le cooperative anarchiche (!). Gli eco-hacker sono considerati "un elemento molto importante di educazione all'interno delle comunità," ha detto Joe Jobe, il direttore esecutivo del National Biodiesel Board (NBB), gruppo fondato ed animato dai coltivatori di soia OGM americani. "Sono queste le persone che ricevono ascolto nei dipartimenti scolastici, e negli altri gruppi locali."

Un singolare incontro, quindi, tra panciuti e rozzi coltivatori di soia, che frequentavano il meeting alternandolo con le partite di golf nei parchi dei loro costosi alberghi, e gli allampanati backyarder, con zainetto e capelli lunghi, che dopo le riunioni tornavano alle loro pensioni di bassa categoria. I circa mille partecipanti a questa riunione hanno avuto ben poche occasioni di contatto al di fuori degli eventi ufficiali.

Ma anche all'interno degli spazi programmati, non è che si andasse poi d'amore e d'accordo: l'inquietudine dei backyarder è che un mercato di biodiesel dominato dai coltivatori di soia promuoverà le sementi OGM della Monsanto, modificate per resistere geneticamente all'erbicida Roundup, prodotto, guarda caso, dalla stessa società.

I contadini devono "fare un serio ripensamento sugli OGM"ha detto Daryl Hannah. "Posso capire l'enorme attrazione economica degli OGM, ma manchiamo completamente di informazioni sugli effetti degli organismi e dei fertilizzanti chimici." Le cooperative di eco-hacker, oltre agli oli usati, sembrano preferire altre fonti di oli e grassi, come i semi di senape e le alghe. "Siamo grati ai coltivatori di soia per il loro impegno per il biodiesel," ha detto Sara Hope Smith, che gestisce una stazione di servizio di biodiesel a Berkeley, in California, "ma mi piacerebbe vedere sostegno anche per altre fonti ben più interessanti."

Non c'è feeling tra le due comunità, ma gli agricoltori sono un gruppo di pressione notevole. Hanno alle spalle le multinazionali del seme, controllano i voti del bacino elettorale più importante che ha eletto il presidente Bush, con cui quindi vantano un credito enorme. Per cui hanno ottenuto in pochi giorni quello a cui gli attivisti del biodiesel non sono arrivati in anni. Questi sono gli USA, bellezza!

Una legge nuova firmata da Bush darà un taglio sostanzioso alle tasse di fabbricazione del biodiesel ottenuto da oli vergini di soia ed altri semi (notare che il taglio fiscale non riguarda gli oli di recupero). L'incentivo, un cent per punto percentuale, aumenterà la quota di biodiesel che i fabbricanti mescolano nel diesel convenzionale.

Io non so fino a che punto lobby e agricoltori si rendano conto che cosa significhi permettere la produzione di una fonte di energia in casa. Il biodiesel, aldilà del suo costo, per oggi ancora troppo elevato per essere competitivo con quello (defiscalizzato) del gasolio, è un primo passo verso la produzione di energia delocalizzata.

Questo approccio Open Source, che molti analisti considerano la soluzione al problema energetico, potrebbe portare uno sconvolgimento nei rapporti tra i singoli individui e le corporation, di cui si riescono solo ad individuare i contorni, un po' come auspichiamo succeda per gli e-pagamenti.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 6)

Marco
Purtroppo l'uomo non riesce mai ad avere una visione globale dei problemi. Nel caso in questione focalizziamo la nosta attenzione solo al risparmio che si ha mettendo biodiesel nel nostro motore e non ci preoccupiamo degli enormi problemi che nascono dall'uso in pieno campo degli ogm. Le multinazionali sanno molto bene quanto... Leggi tutto
19-4-2005 07:41

Eva
ora capisco! Leggi tutto
7-2-2005 18:28

Michele Bottari
> siamo sicuri però che bruciare 'sti oli inquini meno? > Non ne sarei così convinto... Bruciare gli oli vegetali si può, ma in percentuali molto ridotte (diciamo max 10 % nel normale gasolio) e in ogni caso le emissioni tossiche sono notevoli e non controllate.Ma nell'articolo si fa riferimento al biodiesel, un... Leggi tutto
7-2-2005 11:51

niklair
Dielse Leggi tutto
7-2-2005 10:17

Michele Bottari
La biondazza Leggi tutto
6-2-2005 12:13

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