Sette giorni per evitare il giudice.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-10-2025]
DAZN ha iniziato a inviare le richieste di risarcimento civile nei confronti di oltre 2.000 utenti italiani già sanzionati dalla Guardia di Finanza per aver usufruito di servizi IPTV illegali. Le lettere sono state recapitate via raccomandata e rappresentano un tentativo di composizione bonaria prima di eventuali azioni giudiziarie. L'oggetto della comunicazione è esplicito: «Illecita acquisizione di servizi IPTV relativi a pacchetti aventi ad oggetto la visione delle dirette delle partite del Campionato di Calcio di Serie A».
La richiesta di DAZN consiste in un indennizzo forfettario di 500 euro, accompagnato da un impegno scritto a non ripetere in futuro comportamenti che violino i diritti della piattaforma. Gli utenti hanno sette giorni di tempo per aderire alla proposta, dopodiché DAZN si riserva di avviare azioni legali in sede civile. La piattaforma ha ottenuto i dati degli utenti coinvolti grazie all'autorizzazione della Procura di Lecce, che ha consentito la trasmissione ai titolari dei diritti audiovisivi delle informazioni raccolte dalla Guardia di Finanza: dati anagrafici, bancari e geografici.
Secondo il CEO di DAZN Italia Stefano Azzi «guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo. Non è gratis. Non è senza conseguenze». Azzi ha sottolineato che il danno economico e d'immagine subìto dalla piattaforma giustifica l'azione risarcitoria, che può equivalere a dieci anni di abbonamenti regolari. La posizione di DAZN è condivisa da Sky e dalla Lega Serie A, che si sono costituite parte lesa nell'inchiesta e hanno chiesto l'elenco completo degli utenti multati per esercitare i propri diritti.
L'operazione antipirateria, condotta dalla Guardia di Finanza di Roma e Lecce, ha portato allo smantellamento di una rete IPTV illegale diffusa in oltre 80 province italiane. La vera novità dell'iniziativa DAZN è il passaggio dalla repressione penale alla responsabilità civile diretta dell'utente finale. Non più solo multe amministrative, ma anche richieste economiche formali per compensare la visione non autorizzata.
L'intento è disincentivare la domanda e non solo l'offerta: per questo motivo vengono raggiunti gli utenti finali. La piattaforma ha peraltro chiarito che l'indennizzo richiesto è inferiore rispetto al danno stimato e che la proposta conciliativa vuole essere un'opportunità per chiudere la vicenda senza ulteriori conseguenze. Chi ignorerà la lettera potrebbe trovarsi coinvolto in procedimenti civili con richieste più onerose.
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