La trappola dell'Euro digitale

Cassandra Crossing/ Il presidente della BCE Lagarde annuncia il lungamente atteso arrivo dell'Euro digitale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-11-2025]

cassandra euro digitale 01

Lo diceva anche l'ammiraglio dell'Alleanza Ribelle Gial Ackbar: «È una trappola!». Lui si riferiva alla mancata apertura dello scudo di energia che, proveniente dalla luna boscosa di Endor, proteggeva la nuova Morte Nera dagli attacchi dell'Alleanza (Star Wars - Episodio VI). Cassandra invece si riferisce all'annuncio dei progressi sull'istituzione di un Euro digitale, annunciati in pompa magna dal presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde. La cosa è stata presentata come un progresso e un'occasione per aumentare la sicurezza e la praticità per tutti. Mentre ascoltava questo, Cassandra non ha potuto fare a meno di notare la cuffietta di pizzo che la Lagarde indossava; quella, e anche i denti lunghi lunghi...

Per capire come mai l'Euro digitale le sia sembrato il Lupo Cattivo della favola travestito da nonnina, bisogna non dico aver chiaro, ma almeno saper distinguere cosa è una moneta, cosa sono i contanti, cosa sono le criptovalute, cosa sono i mezzi di pagamento digitali e cosa sono le monete digitali. Difficilmente qualcuno lo spiegherà in forma semplice e chiara, perché questo porta a inevitabili imprecisioni. Ma è necessario rispondere a una descrizione truffaldina e tendenziosa dell'Euro digitale; quindi Cassandra, che almeno non difetta di coraggio, ci proverà.

La versione breve e compatta della questione, che dice tutto quanto necessario, è che l'Euro digitale non è una criptovaluta, né un mezzo di pagamento elettronico, ma una moneta digitale centralizzata. E che, in quanto tale, consente un controllo attivo, completo e assoluto su ogni singolo Euro digitale da parte della BCE e di tutti gli operatori che lo gestiscono. Ma procediamo con ordine.

All'inizio era il baratto; semplice, efficace ma molto scomodo, perché poteva avvenire in maniera efficiente solo se ciascuna delle due parti aveva bisogno proprio della cosa offerta dall'altra. Per questo motivo fu molto utile individuare un mezzo intermediario di scambio, che permettesse un commercio più semplice. Si trattava all'inizio di cose utili a tutti e dotate di un valore intrinseco o almeno d'uso; per esempio il sale o i metalli. Si iniziarono a usare come mezzo di scambio soprattutto cose rare che fossero, per praticità, inalterabili come l'oro e l'argento. Tutto avveniva su base libera e volontaria; nessuno era obbligato ad accettare il mezzo di scambio, e il valore di esso era liberamente contrattato ogni volta.

Poi l'autorità allora in vigore (quale? una qualsiasi!) cominciò a regolamentare la cosa, ovviamente per trarne profitto in termini sia di potere che economici; il mezzo di scambio (sale, oro, argento) doveva essere coniato e recare il simbolo dello Stato. Era nata la moneta, che ogni Stato coniava per conto proprio e con le proprie regole. A meno che non fosse falsificata, si trattava pur sempre di una moneta realizzata con qualcosa che aveva un valore intrinseco. Chi l'aveva in tasca possedeva anche il mezzo di scambio (oro o argento) con cui era realizzata. Ma successivamente, sia per convenienza delle autorità che per poter muovere grosse somme, furono inventati dei mezzi di scambio privi di valore intrinseco. Iniziarono i banchieri del quindicesimo secolo, come la famiglia Medici, inventando le lettere di credito, che erano onorate da tutti i banchieri di Europa.

Poi furono inventate le banconote, una nuova moneta ufficiale priva di qualsiasi valore intrinseco, ma che lo Stato obbligava ad accettare come mezzo di pagamento. Per iniettare fiducia, gli Stati moderni garantivano, a richiesta, il cambio delle banconote in oro; ciascuno stato manteneva una riserva aurea presso la propria banca centrale anche per fare questo.  Gli Stati vassalli o militarmente più deboli, come per esempio l'Italia, mantenevano, e mantengono anche oggi, in tutto o in parte, la propria riserva aurea presso la banca centrale di uno Stato più potente o alleato, come per esempio gli Stati Uniti, la Svizzera e il Regno Unito. In ogni caso, la riserva aurea era sempre largamente inferiore al valore complessivo della moneta circolante, dei cosiddetti contanti.

Poi il sistema finanziario diventò più complesso; le banche cominciarono ad agire come intermediari finanziari, incamerando, conservando e investendo per conto proprio la moneta, mentre agivano come intermediario di pagamento tramite scritture contabili, inizialmente cartacee, poi meccanizzate, infine elettroniche. Il denaro circolante, cioè i contanti, diventava così una piccola parte di quello esistente. Il denaro a loro versato era legalmente proprietà delle banche, che erano a loro volta obbligate a fornire i servizi finanziari ai loro clienti (se non fallivano, ovviamente). Prestando e facendosi prestare il denaro con mezzi finanziari (mutui, obbligazioni, azioni e via dicendo) chi lo possedeva poteva moltiplicarlo, utilizzando i crediti, confezionati in varia forma, come ulteriore mezzo di scambio finanziario. Era nata la cosiddetta economia del debito attualmente in essere.

In questo modo la moneta di uno Stato era molto inferiore al valore della riserva aurea, e contemporaneamente la moneta realmente emessa era molto minore della somma dei mezzi economici di scambio, che utilizzavano il debito creato come ulteriore moneta. Poi nel 1944 arrivarono gli accordi di Bretton Woods e praticamente tutti gli Stati eliminarono la convertibilità in oro; da quel momento il valore del denaro dei singoli Stati diventò appeso ad altre entità, principalmente la reputazione e la solidità economica di ogni Stato. Il denaro poteva essere scambiato o in contanti oppure appoggiandosi a organizzazioni riconosciute legalmente: banche centrali, banche private, emittenti di carte di credito, mediatori finanziari, utilizzando i loro mezzi di pagamento.

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