La "malaprivatizzazione" di Telecom

In un pamphlet lucido, cattivo e documentato sugli affari dell'azienda, la vicenda di Brazil Telecom, quella turca e altro ancora.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-07-2004]

Davide Giacalone, pubblicista intelligente e colto, è stato per molti anni uno dei protagonisti dall'interno del sistema delle Partecipazioni Statali e, in particolare, delle aziende telefoniche Iri.

In rappresentanza del Ministero delle Poste e Telegrafi (così si chiamava fino alla metà degli anni '90 l'attuale Ministero delle Comunicazioni), come assistente personale del Ministro Mammì, ha fatto parte dei consigli d'amministrazione della Sip, dell'Italcable, della Telespazio, le aziende che poi nel '94 costituirono l'attuale Telecom Italia.

Essendo stato protagonista dell'ultima parte della storia della presenza pubblica nella telefonia italiana, ha il dente particolarmente avvelenato nei confronti dei "nuovi padroni", i capitalisti privati che hanno sostituito l'Iri. Non lo fa per nostalgia di un potere che, dichiara, non può più tornare, ma in nome di una linea ideologica, quella democratica repubblicana, quella di La Malfa e Visentini.

Tale linea ideologica è diversa da quella liberista della destra che affida tutto al mercato o a quella statalista della sinistra che, poi, si è frettolosamente e superficialmente convertita al liberismo (inteso come rinuncia dello Stato a svolgere i compiti che gli spettano: la politica industriale nel campo delle Tlc e la difesa del risparmio dall'avidità di finanzieri senza scrupoli).

Per questo Giacalone ha scritto un pamphlet lucido e cattivo, documentato e chiaro, dal titolo "Razza corsara. I mercati mal controllati e la politica in fuga. Il caso Telecom e la malaprivatizzazione".

Si tratta di un libro che meriterebbe più attenzione da parte dei media italiani. Giacalone lo ha intitolato Razza corsara, riecheggiando il fortunato e popolare titolo di Giuseppe Turani: "Razza padrona".

La razza padrona era quella degli imprenditori delle partecipazioni statali, che al culmine della loro potenza acquistavano perfino giornali, giornalisti, partiti e politici.

La razza corsara di Giacalone è costituita invece dai nuovi imprenditori privati che nel caso Telecom Italia hanno mirato a guadagnare senza troppi scrupoli, senza pensare agli investimenti e agli interessi dei piccoli azionisti.

Il libro si conclude, tra l'altro, con un atto di accusa grave nei confronti della stampa italiana, che dedicherebbe troppo spazio alle vicende di Telecom Italia, in virtù dei suoi forti investimenti pubblicitari (710 milioni di euro, spesi solo nel biennio 2001-2002, ora cresciuti).

Ovviamente e fortunatamente ci sono le eccezioni come i libri di Massimo Mucchetti e quello sull'Opa in Telecom Italia di Oddo e Pons che Giacalone cita a piene mani.

Il libro ripercorre tutta la storia della (mala) privatizzazione di Telecom Italia individuando il peccato d'origine nel fatto che è stata costituita soprattutto per fare cassa, in assenza di una politica industriale e con una classe politica distrutta da Tangentopoli (e quindi diversa da quella forte e autorevole delle privatizzazioni di Reagan, della Thatcher o in Francia).

Il risultato è che ora anzichè un monopolio pubblico ne abbiamo uno privato, poiché la posizione di Telecom Italia si è addirittura rafforzata sul mercato dell'Adsl e ha recuperato posizioni perse nel traffico voce. Telecom è ora frenata nel suo sviluppo da un forte indebitamento.

Il sogno dell'allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, che fece la privatizzazione di una grande public company all'europea, è amaramente crollato.

Oggi Telecom Italia è controllata da Tronchetti Provera con una quota ristretta delle azioni, acquisite senza un'Opa, e con un complicato sistema di scatole cinesi, per quanto recentemente semplificato.

Giacalone ci ricorda come Telecom Italia sia stata venduta dal Governo per 11 mila miliardi circa, dallo stesso Governo che poi ne ha spesi 7.500 circa per acquistare le quote di Wind, e dentro Wind c'era la stessa Rete delle Tlc delle Ferrovie dello Stato che era stata venduta per molto meno a Infostrada. In pratica lo Stato è uscito dai telefoni con poco, per poi rientrarci subito spendendo molto.

Si ricordano l'estromissione di Tomasi di Vignano, che pagò il fallimento dell'operazione Fido (il famoso cordless per la città, che costò un investimento perso di centinaia di miliardi); altri episodi sono il fallimento dei tentativi di alleanza con l'americana AT&T e poi con il consorzio europeo Unisource (olandesi e altri).

Dalla gestione Rossignolo, inconcludente e debole perché la politica comunque continuava a governare Telecom Italia si passa alla gestione Colaninno. Innanzitutto Giacalone ricostruisce chiaramente come, senza l'appoggio forte di D'Alema e del suo governo (che impedì alla Consob di fare il proprio lavoro), Colaninno non sarebbe mai riuscito a scalare Telecom Italia.

Si ricordano anche le posizioni chiare che, allora, Prodi aveva assunto contro l'operazione, anche se oggi tutti se le sono dimenticate (forse anche lo stesso Prodi?)

Le pagine più belle e più rare sono quelle dedicate all'investimento in Turchia, che fa impallidire quello di cui si è tanto parlato in Serbia: Tim ha speso 2,6 miliardi di euro per aggiudicarsi la terza licenza di operatore mobile in Turchia.

Ha dovuto investire ancora un altro miliardo per la rete, e oggi possiede solo il 40% del nuovo gestore che ha dovuto costituire fondendosi con il gestore mobile pubblico. "Cose turche" le definisce Giacalone, e non ha torto.

Poi ci sono le vicende tragicomiche di Telecom in Brasile: il portale Internet strapagato alla famiglia Marinho (più di 800 milioni di euro), quando anche in piena bolla speculativa poteva valere molto meno, e alla fine non valeva più niente, la sua valutazione nel bilancio Telecom si è ridotta a zero: questo ha causato le dimissioni del presidente del Comitato Audit di Telecom Italia Angelo Benessia, senza che la Consob (ma allora non c'erano ancora stati lo scandalo Cirio e quello Parmalat) trovasse niente da ridire. Giacalone si chiede se Colaninno è da considerare un inetto o se c'è da pensare male.

Infine la presenza di Telecom Italia in Brazil Telecom, un "affare" che ha fatto perdere centinaia di milardi alla Telecom Italia di Colaninno, e ora a quella di Tronchetti Provera, senza che nussuno abbia niente da ridire.

C'è proprio da concludere che è solo grazie alle bollette degli italiani, al canone fisso e al traffico, regolarmente pagati ogni due mesi e al boom della telefonia cellulare, con le sue tariffe troppo elevate, che Telecom Italia non è stata trascinata alla bancarotta nonostante gestioni segnate dalla speculazione di basso profilo.

Scheda
Titolo: Razza Corsara
Sottotitolo: I mercati mal controllati e la politica in fuga. Il caso Telecom e la mala privatizzazione
Autore: Davide Giacalone
Editore: Rubbettino
Prezzo: 10 euro

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (0)


La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Quale di queste professioni obsolete secondo te ha ancora un futuro?
Agente di viaggio. C'è ancora qualcuno che prenota le vacanze in agenzia? (Parrebbe di sì)
Cassiera di supermercato. Sostituita dalle casse automatiche e dalla spesa online. (Ma i clienti rimangono affezionati al vecchio sistema)
Centralinista. Sostituito dai centralini digitali. (Eppure resiste in molte aziende)
Data entry. Mai sentito parlare di scanner e OCR? (Invece c'è chi inserisce ancora tutto a mano)
Dattilografo. I dirigenti moderni gestiscono il proprio blog, non dettano più gli appunti a una segretaria; al massimo usano il riconoscimento vocale. (Ma esistono davvero dirigenti... moderni?)
Impiegato di banca allo sportello. Con i conti online è una figura sempre meno utile. (Però in banca tutti lo cercano)
Giornalista. Con Google News, Facebook, Twitter e i blog, c'è ancora bisogno di loro? (Almeno dei migliori, evidentemente sì)
Postino. Con la posta elettronica, la posta tradizionale va diminuendo sempre più. (Ma ci vuole sempre qualcuno che la consegni)

Mostra i risultati (2861 voti)
Luglio 2025
Piantedosi propone nuova Autorità per WhatsApp, Telegram e Signal. Messaggistica sotto controllo
Windows XP gira emulato nel browser. Un tuffo nella nostalgia dei primi anni 2000
PosteMobile da Vodafone a TIM: cambio rete nel 2026. 5 milioni di utenti coinvolti
Fratelli d'Italia, stretta sul ''pezzotto'': sanzioni per gli utenti fino a 16.000 euro
Scoprire gli amanti al concerto e licenziarli? In Italia non sarebbe mai potuto succedere
Svelate le specifiche dell'iPhone pieghevole: chip A20, fotocamera da 48 MP e prezzo davvero premium
Compensi per copia privata, la SIAE alza le tariffe. E vuole tassare anche il cloud
ChatGPT in imbarazzo: con un semplice trucco genera chiavi attivazione Windows
La IA di Google "fa calare il traffico" ai siti web: parte la denuncia alla Commissione Europea
Il frigorifero di Samsung che fa a meno del gas: sfrutta l'effetto Peltier
Il pericolo delle eSIM
SPID, l'addio è ufficiale: il governo punta su CIE e IT Wallet
Bollette gonfiate, le strategie illecite. Scandalo energetico in Italia
Eliza colpisce ancora
Fuga da Windows: in tre anni ha perso 400 milioni di utenti. Preferiti Android, Mac e Linux
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 30 luglio


web metrics