Così l'iPhone può scattare foto all'insaputa dell'utente

Un'app malevola potrebbe riprenderci continuamente e non ce ne accorgeremmo nemmeno.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-11-2017]

iphone spia fotocamera

Siete gli orgogliosi possessori di un iPhone, smartphone dal quale non vi separate mai: è con voi quando siete al lavoro, quando camminate per strada, quando vi rilassate sul divano, quando fate la doccia.

Purtroppo, il vostro fedele compagno può segretamente trasformarsi in uno spione, che vi riprende con entrambi i suoi occhi (le fotocamere anteriore e posteriore) e registra tutto ciò che fate, inviandolo a chissà chi.

Tale inquietante scenario è quello in cui, volenti o nolenti, si ritrovano catapultati gli utenti di iPhone a causa di una curiosa scelta di progettazione di iOS, individuata dallo sviluppatore, nonché dipendente di Google, Felix Krause.

iOS sa che alcune app hanno bisogno di accedere alle fotocamere per motivi legittimi: Facebook, WhatsApp, Snapchat e soci quasi non hanno altra ragione di esistenza se non consentire di scattare e condividere le foto il più rapidamente e facilmente possibile.

Perciò, la prima volta che un'app viene installata, iOS chiede diligentemente all'utente se desideri consentire a detta app di accedere alle fotocamere. E l'utente, sperabilmente sapendo ciò che sta facendo, dice di sì.

A quel punto è fatta: l'app potrà attivare le fotocamere a proprio piacimento, anche - se così è stata progettata - facendo in modo che l'utente nemmeno se ne accorga.

L'iPhone infatti non offre un Led che indichi il fatto che una fotocamera è in funzione, né alcun altro avvertimento: pertanto, un'app potrebbe iniziare a scattare fotografie in sequenza e nessuno avrebbe modo di saperlo.

In effetti, ciò è proprio quanto ha fatto Krause per dimostrare la gravità del problema, almeno dal punto di vista della privacy: ha realizzato un'app (dimostrandone il funzionamento in un video, che riportiamo più sotto) che in assoluto silenzio scatta una fotografia al secondo per tutto il tempo durante il quale è in uso, e che è anche in grado di trasmettere in live streaming tutto ciò che le videocamere inquadrano.

Per completare il quadro, l'app dispone anche di funzioni di riconoscimento facciale, così da poter rilevare chi la stia usando.

È evidente che tutto ciò si traduce in potenziali gravi pericoli per la riservatezza di ogni utente: basta che un'app malevola riesca a installarsi ed ecco che ogni momento può venir carpito da terzi.

Un'app del genere - ipotizza Krause - potrebbe registrare «video scioccanti dai bagni di tutto il mondo, usando sia la fotocamera frontale che quella posteriore, mentre l'utente scorre le notizie sui social network o gioca a un videogame», beatamente ignaro di quanto sta accadendo.

Il guaio vero è che tutto ciò è possibile non a causa di un bug che prima o poi sarà risolto, ma come conseguenza del modo in cui è realizzata la gestione dei permessi di iOS.

Per sistemare la questione in via definitiva, quindi, Apple deve prendere sul serio la segnalazione e introdurre dei correttivi: per esempio introducendo un modo per limitare nel tempo il permesso di accedere alle fotocamere, o aggiungendo un qualche tipo di notifica che segnali l'avvio di una registrazione o lo scatto di una foto.

Gli utenti, nel frattempo, possono fare ben poco per difendersi, a parte naturalmente vigilare per evitare che app poco raccomandabili si insinuino nei loro telefoni.

Oppure coprire l'obiettivo, come alcuni - tra cui Mark Zuckerberg - fanno quando usano un portatile.

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