Megaupload, Kim Dotcom cita Barack Obama in tribunale

Per rivelare i retroscena politici del caso.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-03-2018]

Kim Dotcom cita barack obama

Che la chiusura di Megaupload, avvenuta nei primissimi giorni del 2012, sia stata qualcosa di più di una semplice scaramuccia sul copyright è evidente.

Lo spiegamento di mezzi che ha portato non soltanto al sequestro dei server ma anche al raid a casa di Kim Dotcom è l'indicazione del fatto che dietro alla decisione di procedere c'è più di una major scontenta. L'articolo continua qui sotto.

Dotcom è da sempre convinto che l'impulso per l'intera vicenda sia partito nientemeno chy da Joe Biden, vicepresidente degli Usa al tempo di Barack Obama, il quale avrebbe esercitato pressioni sul governo neozelandese per far arrestare il fondatore di Megaupload e tentare di ottenerne l'estradizione.

Ora nuovi elementi si aggiungono a questa ricostruzione, secondo la quale l'operazione avrebbe avuto in realtà profonde motivazioni politiche.

Commentando su Twitter l'arrivo di Obama in Nuova Zelanda, fissato per il prossimo 21 marzo, Dotcom ha scritto: «Ottimo. Ho una citazione del tribunale che lo aspetta in Nuova Zelanda».

Kim Dotcom ritiene infatti che l'ex presidente americano non potesse non essere a conoscenza di quanto stava avvenendo, e anche che avrebbe considerato l'intera operazione come piena di errori.

«Sono stati fatti degli sbagli» avrebbe detto Obama. «Non è andata bene. È un problema. Me ne occuperò dopo l'elezione».

Queste frasi sarebbero state dette da Barack Obama a un amico di famiglia nella seconda metà del 2012. Questa persona era stata però già assunta nei mesi precedenti proprio da Kim Dotcom - su raccomandazione «del politburo cinese» (secondo le parole di Dotcom stesso) - proprio per poter arrivare direttamente all'ex presidente e capire quale fosse il suo coinvolgimento.

Dopo la rielezione Obama non ha mantenuto fede alla parola, ma lo "spionaggio" è continuato. Tramite la stessa fonte Dotcom sarebbe venuto a sapere che il vicepresidente Biden avrebbe affermato che considerava Megaupload «il suo caso» e che «se ne sarebbe occupato lui».

Da questo punto di vista l'arrivo di Obama in Nuova Zelanda è quindi un'ottima occasione per chiedere la comparizione dell'ex presidente americano in tribunale come testimone, facendogli così rivelare il coinvolgimento degli alti livelli della politica Usa nella vicenda.

«Non vedo l'ora che Barack Obama fornisca qualche informazione di prima mano sulla dimensione politica del caso Megaupload quando entrerà nella giurisdizione della Nuova Zelanda» ha dichiarato Kim Dotcom.

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